“Notte Oscura”, il titolo di questa edizione, è tratto dagli scritti di Giovanni della Croce, santo, mistico e dottore della Chiesa, considerato uno dei più importanti poeti spagnoli. La poesia Notte oscura dell’anima, scritta quasi in fin di vita durante un periodo di prigionia, racconta l’esperienza personale delle sue estasi notturne, in cui l’oscurità diventa la metafora delle avversità e degli ostacoli che si incontrano nel distaccarsi dai legami con il mondo sensibile per raggiungere la luce.
La notte, come metafora, si adatta perfettamente anche a Roma e alla sua storia millenaria. Città di luce e splendore, che riverbera dalla maestosa bellezza dei suoi monumenti, dalle architetture e dalle opere custodite al loro interno, Roma è anche città di catacombe, criptoportici e rovine, che rimandano a un’immagine oscura e segreta, un’ambivalenza resa plastica dalla contrapposizione, tutta barocca, tra la pittura inondata di luce dei Carracci e quella intrisa di tenebre del Caravaggio. L’alternanza tra luce e ombra è spesso impiegata per descrivere la contrapposizione tra bene e male, tra vero e falso, conoscenza e ignoranza; eppure, il buio e l’oscurità, come insegna Giovanni della Croce, possono essere considerati momenti di attesa e decantazione del pensiero, di ambiguità seducenti e complesse, una fase cruciale nel percorso verso la conoscenza e la rivelazione.
Attraverso le opere degli artisti invitati, la mostra vuole presentare diversi modi di concepire la notte. Una riflessione che inviti a considerare il buio come un fattore d’ispirazione e creatività, controparte necessaria dell’illuminazione; una condizione – quella dell’oscurità – che possa aiutarci a comprendere e vivere meglio i “fuochi” che agitano la contemporaneità, tra guerre, pandemie e profondi contrasti che minano la nostra capacità di resistenza, il rapporto con l’ambiente e la civile coesistenza tra le persone. “Conversation Piece” nasce dalla volontà della Fondazione Memmo di monitorare costantemente la scena artistica contemporanea della città e, in particolare, l’attività delle accademie e degli istituti di cultura stranieri, dove tradizionalmente completano la loro formazione nuove generazioni di artisti provenienti da tutto il mondo. Attraverso queste mostre e altre iniziative, la Fondazione Memmo vuole porsi come un amplificatore del lavoro di queste istituzioni.
Il titolo del ciclo si ispira a uno dei film più famosi di Luchino Visconti, Gruppo di Famiglia in un interno (Conversation Piece, 1974), una chiara metafora del confronto tra generazioni e dei rapporti di odio e amore tra antico e moderno; ma Conversation Piece era anche un genere pittorico diffuso tra XVII e XVIII sec., caratterizzato da gruppi di persone in conversazione tra loro o colti in atteggiamenti di vita familiare. La mostra, oltre a rappresentare un’occasione di confronto e di dialogo con Roma, si offre come momento di discussione tra personalità artistiche differenti tra loro nell’intento di far convergere energie, saperi e metodi diversi in un unico evento espositivo.