Tra performance, video, pittura e scultura, Ambra Castagnetti presenta il suo lavoro ripensando e disarticolando i corpi – vivi e morti – e il modo in cui si caricano di potere e significato nella sua prima mostra personale alla New Galerie a Parigi. In “Compost G¥rls” Castagnetti presenta una nuova serie di cinque sculture, dipinti su seta, cotone e ceramica (presentati all’ultima 59a Biennale di Venezia) attivati in un video tratto dalla sua performance Dipendenza.
Questi elementi disparati provengono da riti animisti, cerimonie neopagane o da un’oscura setta fondata sul Reddit ? Non si riesce a classificare quali fossero le attività di questi corpi in decomposizione ma stranamente fiorenti. Difficile da datare, potrebbero appartenere a un passato mitologico, a un ossario ma anche a un rudere di rave o di e-girls che scompaiono nell’alba.
Le parti del corpo di Ambra Castagnetti sono parzialmente ricomposte, dando vita a soggetti al tempo stesso difettosi e potenti. Se ossa e vertebre costituiscono la base, è la carne misteriosa a completarle. Metamorfosando le sue matrici corporee, l’artista conferisce loro attributi magici. Le sue sculture assomigliano a oggetti di transizione, ad amuleti di passaggio che assicurano la continuità tra il mondo terreno e l’aldilà. La continuità è una tematica altrettanto presente quando l’artista si ispira ai suoi amici e alla sua comunità per plasmare i loro corpi del futuro. Ognuno di essi contiene lo stesso numero di ossa, ma sembrano appartenere a una comunità più ampia, una specie in divenire che sarebbe stata animata da un’energia superiore.
Persuasa dai suoi studi di antropologia medica che l’hanno spinta verso un’estetica affascinata da anatomie aumentate e da una tradizione di epistemologia radicale (Rosi Braidotti, Donna Haraway) Ambra Castagnetti ripensa le dicotomie del vivente e insiste sulle nostre interdipendenze. Così, l’artista propone esperimenti di decentramento dell’esperienza umana e abita prospettive biologiche e spirituali ancora inesplorate. Gli esseri del futuro svilupperanno esoscheletri come insetti, molluschi o artropodi? Si ibrideranno con altre specie? Saranno dotati di un’ ipercoscienza che sfugge ai nostri standard cognitivi? Nel suo lavoro, tutto procede da una stratificazione, da sovrapposizioni di elementi, da mondi multipli e aggrovigliati che continuano a riprodursi l’uno con l’altro.
Per questa nuova serie di sculture utilizza la cera: una sostanza duttile, untuosa e plastica, ingiustamente ritenuta fragile. Quest’ultima veniva utilizzata nel Medioevo per creare gli ex-voto. In un certo senso, Ambra Castagnetti perpetua questa tradizione di offerta votiva da un materiale che si allunga, si evolve, respira ex-novo. Quest’ultimo dà vita a nuovi corpi i cui membri e funzioni sono indeterminati. Quelli che sembrano antichi vertebrati si riconfigurano così in semi-creature e chimere con estensioni inaspettate. Ogni nuovo arco di corpi è un’opportunità per rafforzare gli esseri che un tempo erano in pericolo, per compensare la loro vulnerabilità inventando nuovi involucri corporei. Nella sua serie di sculture portatili in alluminio spazzolato Dipendenza (2022), serpenti di ceramica si accoppiano con strumenti BDSM in un rito interspecie. Che siano fluidi o aumentati, i neo-corpi di Ambra Castagnetti partecipano a un nuovo paesaggio devastato e in ricomposizione, ultramoderno ma primitivo, cannibalizzato dalle tecnologie ma animato dalla fede: una preistoria del futuro in cui Ambra Castagnetti inventa la propria teoria dell’evoluzione.