“I AM NATURECULTURE!” è la prima mostra personale in Italia di Sophy Naess. In mostra saranno presenti 3 paraventi di grandi dimensioni con gli arazzi realizzati dall’artista e delle nuove stampe a contatto. Ad ispirare le opere di Sophy Naess sono le teorie dell’ Ecofemminismo e del Xenofemminismo: temi che approfondisce ampiamente nella sua pratica artistic.
Jack the Dripper e la bambina erano in arcadia. Dipingevano gocciolando su tutto il manto erboso.
Io SONO Natura! esclamò Jack.
Anch’io! gridò esuberante la bambina.
Un tuono. La Natura disse: “A dire il vero, il TUO piacere è il TUO dovere, ragazzina. Di fatto sei al servizio della tua specie, anche se finirai per morirne.
Il governo assentiva.
La bambina era confusa, frustrata. Stesa a pancia in su sul divano. Il dottor Freud si grattò il mento e le disse: “Vedi bambina, l’arte della tessitura… è una delle poche invenzioni attribuite alle donne. Venne inventata in modo che queste potessero intrecciarsi i peli pubici per nascondere l’assenza del membro”.
La bambina capì che era in possesso della pittura ma le mancava il pennello…
Ed una riorganizzazione non coercitiva del desiderio ebbe inizio.
(Fatti come questo sono incontestabili, come il gusto).
“I AM NATURECULTURE!” presenta l’artista come pittrice e tessitrice, sommando all’aspetto primatologico, infantile e maschilista del primo, l’approccio sistemico e femminista del secondo*, dando vita a una gestualità stratificata.
La mostra comprende tre nuovi lavori tessili di grandi dimensioni, cuciti a mano su paraventi pieghevoli saldati che ridisegnano lo spazio della galleria:
Whose internal reward system? raffigura un cervello e i suoi recettori della dopamina;
A poor, bare, forked animal – non un uomo manchevole ma piuttosto un serpente che si fa strada in un paesaggio sensoriale;
Infine Entering a City, dove una luna crescente fa sciogliere lo skyline di una città nell’acqua.
Sul pavimento, nello spazio dietro i paraventi, c’è una sigaretta elettronica rosa di Shenzen Woody Vapes, contenente olio di CBD al 10%.
Vi sono inoltre due stampe che rappresentano figure filiformi a grandezza naturale, le quali si specchiano l’una nell’altra in una sorta di offerta dionisiaca, intitolate The left hates Eros e The right hates Eros.
Prima della sua simbiosi accademica, Naess ha lavorato per lungo tempo alle dipendenze di cinque uomini producendo dipinti a olio. Di conseguenza, oggi l’artista si dedica alla realizzazione di pitture ad olio solo ed esclusivamente quando è in vena di farlo; in genere vi si dedica dopo aver osservato e studiato a lungo gli amici, la flora o la città.
Nello spazio dell’ufficio sono esposti due quadri: Sophie the Dog (originariamente esposta come A Sassy Dog of Indeterminate Age nella mostra “All the Things You Are presso Middler”, nel 2017) e Sophy the Person (2020).
Sempre nell’ufficio è esposto un collagraph ispirato ai New Types di Baselitz che rappresenta una figura realizzata con erbe intrecciate e stampata in collaborazione con Marina Ancona.
*O è forse il contrario?
Sophy Naess si è formata come pittrice a olio e mantiene una pratica multidisciplinare attiva che include la tessitura, la scrittura e vari progetti basati sulla stampa. La pittura dal vero è una costante nella sua pratica. Negli ultimi anni ha prodotto arazzi espressivi di dimensioni pari a quelle di una parete, creando al contempo album tematici di dipinti più piccoli, su tela. Le tessiture pittoriche di Naess attingono a una varietà di tecniche e sfidano la dicotomia tra figurazione e astrazione. Dipinge su fili d’ordito non tessuti prima ancora di tesserli, incorporando la pittura nella trama mettendo in crisi la distinzione tra supporto e superficie. Le sue immagini dipinte sono sottoposte alla tensione che il telaio esercita su ciascun filo, creando l’apparenza di una sfocatura, di uno stiramento o di una rottura. Al contempo, il dipinto stesso è trasposto mediante la trama digitale del sistema binario del telaio. L’interesse per la decostruzione di questo sistema ha dato il via a una serie di stampe realizzate con composizioni di fili appena intrecciati. La stampa è pensata come strumento atto al congelamento dell’immagine che emerge dalle fibre aggrovigliate, del tutto simile a un disegno quando viene inchiostrata e pressurizzata.