Tra i popoli Maya, la ragnatela rappresenta la placenta di Ix Chel, la dea Maya del parto e patrona delle tessitrici, per la quale il ragno crea il filo della vita da se stesso. Per l’antica civiltà dei Nazca, il ragno era rappresentato nei loro geoglifi incisi direttamente sul terreno del deserto di Nazca nel Sud del Perù, – come figure geometriche schematiche che si estendono per una lunghezza di quasi 50 metri. In Perù, una classe speciale di indovini Chavín pre-Inca (noti come pacchacatici) un tempo consultava il ragno come divinità e oracolo, predicendo il futuro basandosi sui suoi movimenti di caduta. Nel tardo periodo preispanico, e ancora oggi nelle regioni dell’odierno altopiano del Perù, i ragni vengono osservati per prevedere le precipitazioni e altri eventi climatici.
Durante le origini della festa di Qixi in Cina, una celebrazione derivata dal mito della dea Zhinü che tesseva le nuvole, era consuetudine, nella “settima notte”, che le giovani donne che praticavano il cucito osservassero i ragni del cortile di casa (xizi), conservandoli fino all’alba nella speranza di rivelare la loro fortuna.
La mediazione attraverso le linee di specie e di linguaggio continua ancora oggi: la storica divinazione del ragno ŋgam dù, praticata dal popolo Mambila nelle terre di confine del Camerun e della Nigeria, porta i suoi indovini e coloro che li consultano in una vivida relazione di consapevolezza e sensibilità rispetto alle capacità oracolari del ragno. Durante il consulto, una serie di domande binarie viene presentata a un ragno che vive al suolo. Le carte poste all’ingresso della sua tana, fatte di foglie rigide e caratterizzate da forme segmentate (ŋgèe) con specifici significati simbolici, vengono riordinate dal ragno, la cui risposta viene poi interpretata dal rabdomante.
Saraceno è il fondatore di Arachnophilia, una comunità interdisciplinare orientata alla ricerca, incentrata sulla straordinaria architettura delle ragnatele e sui loro comportamenti, che ci incastrano in varie percezioni culturali, miti e relazioni. Attraverso l’espansione delle sue reti artistiche, la comunità Arachnophilia cerca di inventare piattaforme innovative, giocose e coinvolgenti per portare il discorso della ricerca nella sfera pubblica. Presso lo Studio Tomás Saraceno, ciò consiste nella ricerca e nella prassi nei campi della biomateriomica, della bioacustica, dell’etologia e delle scienze cognitive, tra gli altri, come modo per impegnarsi in modo speculativo, ma anche sensibile, con le forme di vita che esistono intorno a noi. Insieme alla comunità dell’Arahcnophilia, l’amore di Saraceno per i ragni e le loro ragnatele ha portato a innumerevoli collaborazioni con loro. In particolare, ha inventato lo Spider/Web Scan, una tecnica tomografica innovativa supportata dal laser che ha permesso di realizzare per la prima volta modelli tridimensionali precisi di ragni/ragnatele complesse; questa invenzione ha fatto sì che gruppi di ricerca di primo piano in tutto il mondo, dal MIT al Max Planck Institute, abbiano imparato da questa collaborazione.
Nel 2023, nella Chiesa Madonna del Carmine di Matera a Palazzo Lanfranchi – Museo Nazionale di Matera, viene ritrovata l’opera di Saraceno, un confessionale, nel quale al posto del sacerdote compaiono ragnatele, con l’intento di condividere la loro saggezza ancestrale. È un appello all’umanità, da cogliere nell’intimità individuale: “Viviamo sulla Terra da più di 380 milioni di anni, mentre la maggior parte di voi umani, solo da 200 mila anni… Noi invertebrati rappresentiamo il 95% di tutti gli animali del pianeta Terra, ma siamo minacciati dall’estinzione, ciò rappresenterebbe un pericolo per qualsiasi forma di vita sulla Terra. Vi chiediamo di proteggere i diritti delle nostre reti della vita. Possiamo unire le forze e tessere insieme modi di vivere, con stili di vita che non pregiudichino il clima, per società più giuste, eco-sociali, inter-intra-specie per tutti?”.
È attraverso un nuovo insieme sincretico di miti, credenze, liturgie, cerimonie, storie di divinazione, rituali, pratiche alimentari, canti e danze, che “Life(s) of Webs”, risponde a questo appello. “Vi invitiamo a unirvi a noi in questo movimento per nuovi futuri collettivi multispecie. Avvicinatevi, percepite con saggezza, sentite le vibrazioni. Ogni contributo è importante. È il momento di agire e di far parte di qualcosa di più grande, e nel contempo di infinitamente più piccolo di voi stessi”.