“To whom is it lacking? To the lover. If we follow the trajectory of eros we consistently find it tracing out this same route: it moves out from the lover toward the beloved, then ricochets back to the lover himself and the hole in him, unnoticed before. Who is the real subject of most love poems? Not the beloved. It is that hole”
Anne Carson, Eros the Bittersweet, 1986
Eros è tipicamente raffigurato come un giovane ragazzo alato, armato di arco e frecce, che usa per suscitare sentimenti d’amore e desiderio negli dei e nei mortali con un colpo intrusivo. Al contrario, la traiettoria di eros per Carson implica un movimento continuo verso l’esterno dall’amante verso l’oggetto dell’affetto (l’amato). Questo movimento alla fine rimbalza indietro verso gli amanti stessi, rivelando un vuoto precedentemente non notato in loro. Un momento di vuoto reciproco.
In Channels V, 2024, composto da circa venti opere pittoriche su carta tenute insieme con una corda, Thomasson si avvicina alla domanda di Carson, “A chi manca?”. Emozioni come l’amore scorrono attraverso perforazioni. Basato sulla costruzione di ghirlande, tipicamente usate come ornamenti decorativi per occasioni festive, questo lavoro è concepito come una sorta di rito celebrativo che può essere facilmente imballato e trasferito da un luogo all’altro. Collegati dai loro nuclei vuoti, questi personaggi si sostengono a vicenda, i loro centri scuri sono celebrativi e reciproci.
All’apertura, Thomasson esegue Let This Longing Lead Me, 2024, una nuova performance con musica di Robbie Ellen. In entrambe le opere, Thomasson cerca di riformulare il suo desiderio come qualcosa al contempo dolceamaro e festoso, una processione celebrativa verso qualcosa di immaginato e transitorio. Queste nuove opere sono sviluppate da conversazioni su amore e fori tra l’artista e PRICE, che ospita questa presentazione.