La Galleria Lorcan O’Neill presenta “Fragmented Bodies”, una mostra collettiva di nuovi lavori di Celia Hempton, Wardell Milan e Paul Mpagi Sepuya.
Nati tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, i tre artisti sono accomunati dall’interesse nel rappresentare il corpo umano come luogo frammentario piuttosto che come un’entità unitaria. Studiati da vicino, riflessi nello specchio, smembrati e ricomposti, i corpi nelle opere di Hempton, Milan e Sepuya gettano luce su alcuni temi cruciali della cultura contemporanea quali il desiderio, la costruzione sociale dei ruoli di genere, la necessità di essere ascoltati e di venire rappresentati.
Celia Hempton dipinge il corpo umano e le sue parti più intime come luogo di analisi, controllo ed esplorazione. Nei suoi nudi Hempton isola e studia quanto più oggettivamente possibile alcuni dettagli del corpo per metterne in risalto la fisicità e la vulnerabilità. Consapevole della tradizione secolare della pittura di nudo, Hempton sfida il rapporto convenzionale tra artista (uomo) e modella (donna), per far emergere alcune delle contraddizioni tipiche della nostra società, divisa tra la normalizzazione dell’esibizionismo e la persistenza di alcuni tabù sessuali.
Wardell Milan approccia l’arte figurativa sul piano d’incontro fra razzismo, tematiche di genere e sessualità. Milan lavora con una vasta gamma di media, fra cui fotografia, disegno, pittura e collage; impiegando immagini tratte da riviste, film, e materiale pornografico. Le sue figure composite abitano paesaggi ambigui e astratti; i suoi collage sono ottenuti combinando diversi ritagli di dettagli anatomici, disposti in modo da enfatizzare le interazioni di pieghe, bordi, e sovrapposizioni.
Le fotografie di Paul Mpagi Sepuya esposte in mostra fanno parte del suo ultimo progetto Daylight Studio / Dark Room Studio (2021 – in corso), che continua la riflessione dell’artista su temi legati a identità e rappresentazione. Utilizzando specchi e svariati oggetti di scena, Sepuya crea nel suo studio immagini stratificate che si spingono oltre ai confini della ritrattistica e dell’autoritratto, invitando lo spettatore a riflettere sulla propria percezione.
Nelle storia dell’arte, le figure frammentarie sono state spesso poste in relazione al concetto di modernità e alla costruzione del Modernismo come movimento artistico. Nei quadri di Éduard Manet e di Edgar Degas appaiono spesso personaggi incompleti, tagliati dai margini della tela, che sembrano prendere vita dalle scene descritte da Charles Baudelaire ne Il pittore della vita moderna. Affascinati dalla psicoanalisi, i surrealisti avevano isolato alcune parti del corpo, le avevano erotizzate, e vi avevano costruito attorno intere narrazioni. In anni più recenti, il corpo frammentato ha assunto forme trasgressive nel lavoro di artisti come Louise Bourgeois, Robert Gober, Kiki Smith e Cindy Sherman.
“Fragmented Bodies” guarda a questa tradizione con rinnovato interesse, rispondendo ad alcune delle questioni più urgenti del nostro tempo: dalle politiche di rappresentazione ai dibattiti sulla donna, sulla sessualità e sull’identità della comunità afroamericana.