Ieri è mancato Italo Rota, architetto, progettista, visionario. Una figura fondamentale della cultura italiana, sempre in bilico tra arte, filosofia, design, architettura, moda. Una curiosità inesauribile come la sua capacità progettuale.
Il testo seguente di Cristiano Seganfreddo corredava la mostra “The World of Italo Rota” organizzata da Flash Art negli spazi di Ferragamo nel 2019.
“Un calembour. Tu sei un gioco continuo di parole. Non un gioco, ma il gioco. Le lettere si muovono seguendo i tuoi schemi, quali?, imprevisti.
E cosi fai con gli oggetti, le parole, la materia, i pensieri, i libri.
Tutto diventa colore, emozione, azione.
Senza rime e senza sconfitte.
Tutto diventa futuro immediato, senza transizione, senza transazione.
Una transavanguardia senza pericoli e cordate, senza critici, senza movimenti, che non ha bisogno di nominare continuamente i suoi debiti intellettuali.
Che non deve trasfigurare e nemmeno figurare.
Italo Rota è un essere libero che diventa liberatorio.
Un amuleto, un taumaturgo, delicato e poetico, che ha la tensione buddista, che ha vita e da vita come natura, procede con una divinazione arcaica e immanente, come un rabdomante raffinatissimo.
Il suo lavoro si fa come una preghiera che cerca sempre il miracolo.
Fatta di ripetizioni mai uguali e di colori mai uguali, che paiono allo sguardo leggero retorica e inutili ridondanze, ma che in realtà scarnificano i concetti, e ce li ridanno. Nascondono sempre il loro significato profondo. E cosi, se guardi, ritornano semplici, puliti, nella loro potenza originaria, ma presente. Delfici.
Nel loro estremo che altro non è che la normalità che non sarà mai normale, come ci insegni, tu Italo, continuando a domandare alla realtà, quale, risposte. Tu sei un poeta.”