Un suo disegno mi è rimasto nella memoria per lungo tempo, una piccola figura descritta in modo sommario, un pittore di fronte ad un cavalletto ha una torcia accesa in mano, c’è una sua nota scritta in corsivo, ‘Illumina la Pittura’.
Alessandro Pessoli
P420 è lieta di presentare in galleria la mostra Sentimento illumina che vede dipinti inediti, appositamente realizzati per l’occasione, di Alessandro Pessoli (Cervia, 1963, vive e lavora a Los Angeles, US) in dialogo con una selezione che egli stesso ha fatto di opere di Piero Manai (Bologna, 1951–1988).
Accostando le opere dei due artisti ci si rende conto che esiste una tradizione bolognese che, come scrive Antonio Grulli nel testo critico che accompagna la mostra “nei secoli è come se la pittura a Bologna fosse evoluta in una particolare direzione, ovvero nel diventare un chirurgico strumento di analisi metafisica della realtà che, partendo empiricamente dalla pelle e dal corpo delle cose, riesce a raggiungere l’anima. Nel caso di Piero Manai e Alessandro Pessoli – Pessoli ha studiato all’Accademia di Bologna durante gli ultimi anni di vita di Manai ed espone, per la prima volta in una mostra personale, nello stesso anno in cui Manai muore – questo strumento di indagine è rivolto verso di sé, verso la propria individualità dotata di una storia specifica e peculiare, verso la propria condizione di esseri umani, verso il proprio corpo da vivisezionare, smembrare e ricomporre, per vedere come funziona e se ancora funziona una volta fatto a pezzi; per scoprire se l’anima si perde aprendo questo sacro vaso fatto di desiderio, piacere, paura e splendore; o forse semplicemente per capire in anticipo se qualcosa sopravvive anche dopo la morte”.
È lo stesso Alessandro Pessoli a chiarire il senso della mostra e il perché della scelta di questo titolo “ho sempre pensato che il significato di quel disegno di Piero non fosse davvero la capacità o la volontà del pittore di accendere un faro sulla pittura, sul suo linguaggio o sul suo statuto concettuale. E’ piuttosto il tentativo di illuminare la nostra interiorità, la nostra luce interiore, la nostra capacità di essere illuminati, da una passione in primis, quindi in ultima analisi dall’amore. Per questi pensieri ho scelto come titolo Sentimento Illumina”.
Lo stile di Pessoli è colorato e a prima vista allegro. L’artista impregna le sue tele di una grande ricchezza di immagini, tutte collegate da una forte intensità emotiva. Andando oltre l’allegria della tavolozza e dello stile in cui si mescolano tecniche e materiali in maniera vivace, i suoi lavori si mantengono in bilico tra divertimento, oniricità, grottesco. Rispetto alle tematiche trattate, si nota come sempre si ricada nelle grandi questioni esistenziali, potremmo dire bibliche: la vita, la morte, il desiderio, il sesso, la gioia, la tristezza, la speranza, la paura, e tutti i perché sottintesi.
Prive di un’espressione o di una psicologia, quasi in disfacimento, le figure e le teste di Piero Manai non sono rappresentazioni ne ritratti. Sono forse più precisamente autoritratti, e non sono visti da fuori, ma da dentro. “È un lavoro interno – scrive lo stesso Manai – È una costruzione anatomica e psichica, è dipingere una figura, scorticarla tre volte, metterla a dura prova per raggiungere una soglia”. Il suo linguaggio pittorico sembra non riducibile a nessuna delle diverse pratiche artistiche in vigore all’epoca, anzi, nella sua diversità, sembra riunirle tutte, a tal punto che è difficile trovare un modo, forse inutile, di classificarlo.