Daniel Gustav Cramer “Nineteen Works” SpazioA / Pistoia

23 Maggio 2024

SpazioA è lieta di presentare “Nineteen Works”, la seconda personale di Daniel Gustav Cramer in galleria. In questa mostra, l’artista ritorna alla sua serie in corso, Works, presentando una installazione di sculture, fotografe e lavori testuali.

Un uomo fa oscillare sterpaglie ardenti sulla cima di una montagna di notte.

Bianche rocce calcaree punteggiano la costa di Rügen nel Nord dell’Europa.

Mentre il sole sorge sulla Death Valley, un coyote segue il suo percorso, solcando dune desertiche e superando un piccolo
insediamento.

Nel 1645 a Genova fu stampato e pubblicato l’atlante marittimo Dell’Arcano del Mare. Per la prima volta veniva
cartografata l’acqua che collega i continenti.

Un cucciolo di scimmia tra le braccia della madre che riposa su una roccia all’ombra di un cedro su un’isola del Mar
Cinese Orientale.

Due nuotatori seguono la linea della costa in Croazia, fianco a fianco, mentre la sera scolora nella notte.

Nel buio una volpe si infila nel buco di una recinzione, corre lungo un marciapiede illuminato dai lampioni, attraversa una
strada e, come le notti precedenti, svanisce tra le auto parcheggiate.

Alla fine della Seconda guerra mondiale, uno stabilimento segreto di produzione di gas velenoso collocato sull’isola di
Okunoshima fu distrutto. Inosservati, alcuni conigli allevati per gli esperimenti fuggirono dalle loro gabbie e sopravvissero.

Bianche rocce calcaree punteggiano la costa di Realmonte nel Sud dell’Europa.

Queste parole svaniranno.

I lavori di Daniel Gustav Cramer sono realizzati come parte di una ricerca sempre in corso, una sorta di diario di viaggio che aspira a descrivere la condizione umana, e attingono il loro immaginario da esperienze collettive e memorie condivise. Cramer archivia collezioni, documenta apparizioni sfuggenti e cattura momenti a prima vista ordinari della vita quotidiana. Il suo uso frammentario di immagini e linguaggio incorpora riferimenti a strategie artistiche concettuali e letterarie. Ogni fotografia, archivio, testo e scultura contiene una storia indistinta. Le mostre, di conseguenza, possono essere percepite come un intreccio di narrazioni spaziali. Nel suo processo di produzione, l’artista si immerge in domande filosofiche riguardo all’esperienza del tempo, alla comparsa del linguaggio e delle immagini e ai limiti della percezione.

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