Toast Project Space presenta la mostra “Falsetto”, di Enej Gala a cura di Stefano Giuri. La lettura del classico di Collodi, sovente metafora degli intricati rapporti fra verità e convenienza, ha ispirato Gala a partire dalla scena Disney in cui il burattino si esibisce performando I’ve Got No Strings. Pinocchio, inciampando, scatena l’ilarità del pubblico e il guadagno di Mangiafuoco. Le corde non sono ciò che lo imprigionano.
Nella mostra, la polvere di corpi falliti è impiegata per creare nuovi corpi. Una serie di burattini fatti di segatura si animano al tocco degli osservatori, che diventano così motori per protagonisti falsi. L’atto performativo confonde i ruoli fra burattini e burattinai, sottolineando con suoni acuti i rapporti di potere racchiusi nello spettacolo.
Nell’azione di Gala, l’abduzione e l’adduzione delle mani è simile a quella che anima i burattini tiracorda, attiva dispositivi sonori che generano suoni acuti. Il legame fra il suono e il movimento dei burattini è racchiuso nel concetto di falsetto. In questa forma di canto, che etimologicamente deriva da “falso”, le tonalità più basse diventano altissime e le voci ricordano quelle dei bambini “veri”.