Allan Kaprow “Yard” MACRO / Roma

9 Settembre 2024

Yard è un’opera realizzata originariamente nel 1961 in occasione della collettiva Environments, Situations, Spaces presso la Martha Jackson Gallery di New York. Nel cortile della galleria Allan Kaprow dispose in modo casuale centinaia di pneumatici usati dai quali emergevano cinque cumuli di carta catramata che coprivano delle sculture della collezione di Martha Jackson. I visitatori erano incoraggiati a camminare sugli pneumatici e a lanciarli liberamente. Yard, come gli altri Environments, è concepita come un’opera in trasformazione, una partitura concettuale da riallestire in diversi spazi adattandosi ogni volta alle peculiarità del luogo. In occasione della sua prima presentazione a Roma, Yard è installata nel cortile del MACRO in un ideale richiamo a quello della galleria newyorchese. Yard è ancora oggi il manifesto di un’arte capace di fondersi con gli spazi esistenti e i contesti sociali in cui è situata, criticando l’idea del potere individuale dell’artista a favore della collettività, e negando l’idea che l’opera debba necessariamente aspirare a una condizione definitiva.

Allan Kaprow (Atlantic City, 1927–Encinitas, CA, 2006) è stato un artista e teorico statunitense, noto per aver realizzato i primi happenings e per aver contribuito in modo significativo all’evoluzione della performance e dell’arte installativa. Kaprow ha conseguito un bachelor alla New York University e un master in storia dell’arte alla Columbia University sotto la guida di Meyer Schapiro. Kaprow si è inoltre formato in pittura alla Hans Hofmann School e ha studiato con John Cage alla New School. È stato co-fondatore della Hansa Gallery e della Reuben Gallery. Tra le sue opere più influenti, 18 Happenings in 6 Parts (1959) e Yard (1961). Le sue mostre sono state ospitate da istituzioni come il Guggenheim Museum, il Museum of Modern Art e il Pasadena Art Museum. Kaprow ha insegnato a Rutgers, SUNY Stony Brook, CalArts e UC San Diego ed è stato autore di importanti pubblicazioni come Assemblage, Environments, and Happenings (1966) ed Essays on the Blurring of Art and Life (1993). Il suo lavoro si è concentrato su aspetti come la partecipazione del pubblico e l’utilizzo di materiali di uso quotidiano, influenzando lo sviluppo delle pratiche artistiche contemporanee.

Cerca altri articoli

On View