Fatima Al Qadiri “Isekai” MACRO / Roma

9 Gennaio 2023

 

Fatima Al Qadiri è una compositrice e artista del Kuwait la cui produzione musicale e materiale sfugge a qualsiasi tipo di specificità o definizione ufficiale di genere, se non quella suggerita dal titolo scelto per la mostra a lei dedicata dal MACRO: “Isekai”.

Isekai è un genere di romanzo, film, anime, manga o videogioco in cui i personaggi centrali sono trasportati in un universo virtuale, mentre il lettore o il pubblico seguono i protagonisti alla scoperta di un mondo parallelo. Profondamente influenzata dagli aspetti narrativi e immersivi dei videogiochi, Al Qadiri concepisce e compone musica che esplora fenomeni di traduzione culturale, errata interpretazione o reinterpretazione, attingendo da diverse epoche e geografie.

Il suo approccio unico gioca con i confini dei generi musicali e sovverte la natura prevalentemente astratta della musica elettronica, offrendo una narrazione libera attraverso ogni EP o LP. I generi sono affrontati come metafore sonore da sezionare e reimmaginare attraverso strumenti elettronici virtuali. Le storie che racconta Al Qadiri riflettono sugli stereotipi culturali generati dall’imperialismo occidentale, sulle soglie tra diversi stati emotivi e su quelle tra il naturale e l’artificiale, ritraendo soprattutto mondi fantastici che attingono in modo straniante alle molteplici e contraddittorie realtà del presente e del passato, includendo anche le memorie dell’artista. In Desert Strike (2012), ad esempio, la compositrice fonde ricordi dell’infanzia in Kuwait, durante la Guerra del Golfo, con la sua esperienza di Desert Strike: Return to the Gulf, un videogioco basato sull’Operazione Desert Storm, rilasciato da Sega Megadrive nel 1992.

Al Qadiri è cresciuta tra lingue e culture, un punto di vista da cui è possibile vedere che in realtà viviamo tutti in una rete di giustapposizioni linguistiche e materiali che affondano le radici nel colonialismo e nelle sue conseguenze tuttora in corso. Attraverso e accanto alla sua produzione musicale, Al Qadiri ha sviluppato una serie di collaborazioni con artisti visivi, stilisti e registi, tra cui: Khalid al Gharaballi, Ryan Trecartin, Telfar Clemens e Sophia Al Maria. La sua musica, infatti, deriva spesso da esperienze innanzi tutto visive e risponde all’esigenza di creare “colonne sonore” ancora inesistenti o di raccontare una storia in un modo altro e al di là delle nostre comfort zone.

La mostra presenta, in ordine cronologico, la maggior parte della produzione musicale di Al Qadiri a partire da Warn-U pubblicata sotto lo pseudonimo Ayshay (2010), Genre-Specific Xperience (2011) e Desert Strike (2012), seguite dal suo primo album, Asiatisch, “un road trip simulato attraverso una Cina immaginaria” pubblicato nel 2014, per arrivare al presente con Medieval Femme (2021), un’interpretazione musicale contemporanea influenzata dalla poesia scritta dalle donne arabe del Medioevo. La copertina di questo album è un’opera d’arte di Thuraya Al-Baqsami, madre dell’artista, realizzata nel 1990 ed esposta sotto forma di fotocopia all’ingresso della sala d’ascolto del museo.

Il repertorio include anche le recenti collaborazioni con registi cinematografici, come le colonne sonore del premiato lungometraggio di Atlantique di Mati Diop (2019) e di La Abuela di Paco Plaza (2022). Nel complesso la mostra abbraccia nove uscite discografiche e dodici anni di sperimentazione con i diversi linguaggi musicali e le esperienze che il suono può generare.

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