Chiara Fumai “Chiara Says Chiara” Fondazione Pino Pascali / Polignano a Mare

7 Novembre 2024

 

Fondazione Pascali inaugura l’autunno 2024 con la mostra “Chiara says Chiara” rendendo omaggio all’artista Chiara Fumai (Roma 1978 – Bari 2017) negli spazi di Polignano a Mare. Artista italiana, di origini pugliesi, Fumai è tra le più riconosciute nel panorama nazionale e internazionale della sua generazione.

L’esposizione approfondisce l’importanza del pensiero di Carla Lonzi, riecheggiato fin dal titolo, nella pratica dell’artista, presentando l’installazione Shut Up, Actually Talk (2012), concepita da Fumai in occasione della sua partecipazione a dOCUMENTA(13) a Kassel.

L’opera è un’installazione sonora in cui la voce registrata dell’artista recita brani da Sputiamo su Hegel (1970) di Lonzi e altri scritti di Rivolta Femminile. Quasi per effetto delle parole pronunciate, uno scaffale contenente volumi di filosofia collassa al suolo, quasi sprofondandovi insieme a frammenti di mobili, specchi infranti, e alla riproduzione di un celebre ritratto di Hegel, mettendo in scena il collasso della cultura occidentale e patriarcale. Finora presentata all’interno della Moral Exhibition House, per la prima volta l’opera è qui messa in conversazione con This Last Line Cannot Be Translated, il grande murale, concepito da Fumai nel 2017 a New York durante la sua residenza presso l’ISCP, ed esposto postumo nel Padiglione Italia della 58. Biennale Arte di Venezia nel 2019. Qui, linee e parole tratte dall’invocazione della Messa del Caos formano il profilo frastagliato dell’interno di una grotta, che accoglie nel proprio perimetro un’antologia esoterica di simboli e sigilli, insieme alle istruzioni per l’uso di un rito di protezione contro ogni condizionamento sociale e spirituale. L’intera pratica di Chiara Fumai, che si è compiuta nel corso di dieci anni, può essere considerata un atto di rivolta contro le costrizioni, i pregiudizi e gli stereotipi annidati nel sistema di pensiero e di potere e nei meccanismi stessi del linguaggio.

Come in uno dei simboli dell’ampio murale in cui due lembi estremi dello stesso piano ortogonale tendono a piegarsi fino a flettersi per combaciare, l’esposizione ripercorre l’intero arco della attività artistica di Fumai attraverso alcune tappe cruciali, per la prima volta messe in serrato dialogo tra loro, e racchiuse all’interno di un percorso in cui l’esordio coincide con l’epilogo. L’incipit è infatti segnato da due opere video del 2007, che contribuirono alla prima personale presso lo spazio indipendente Careof a Milano, e che raramente sono state esposte in seguito. Entrambe sono parte integrante di un complesso progetto dedicato alla musica italiana degli anni Settanta, alla performance come lezione, alla cultura del Sud Italia e alla figura di Nico Fumai – cantautore immaginario ispirato principalmente alla figura paterna. Nico Fumai è il protagonista di una performance che si è evoluta nel tempo, presentata in più occasioni, alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia nel 2009, a Palazzo Re Rebaudengo a Guarene d’Alba nel 2010, al MAXXI a Roma nel 2011, prima di tornare, sotto una forma diversa, nell’ultima esposizione progettata da Fumai e svoltasi postuma nel novembre del 2017 da Guido Costa Projects a Torino, Nico Fumai Being Remixed.

Il video The Night Is Still Young del 2007 esposto insieme a quest’ultima installazione crea un loop che collega l’inizio con la fine. Quest’ultima, vissuta dall’artista a Bari, sarà documentata anche da una moltitudine di lavori su carta inediti. Si tratta di collage, acquerelli, ricami e disegni realizzati con tecniche diverse, che fanno luce sui risvolti più intimi dell’ultimo periodo di Chiara Fumai, una produzione privata e veloce, recentemente indagata e organizzata dall’ Archivio Chiara Fumai. Con sede a Polignano a Mare, l’Archivio Chiara Fumai è un’associazione fondata nel 2022, diretta da Andrea Bellini e Milovan Farronato, curatori della mostra, presieduta da Micaela Paparella e con Roberto Spada come suo vicepresidente. L’organizzazione non-profit persegue lo scopo di tutelare, promuovere e valorizzare l’attività dell’artista, e di creare l’archivio digitale dell’opera attraverso un attento lavoro di certificazione e archiviazione.

L’accostamento in mostra tra lavori appartenenti a periodi diversi, di natura intima e altri di carattere ambientale, lascerà emergere la continuità insieme all’evoluzione dei temi esplorati dall’artista e dei soggetti ricorrenti in tutta la sua pratica multiforme: la centralità dei personaggi femminili, provocatori e rivoluzionari, la lotta contro la censura e le costrizioni sociali, il concetto di sorellanza, incarnato da una pratica aperta alla collaborazione e alla prossimità con quella di altri artisti, soprattutto donne.

Quest’ultimo aspetto è ad esempio rappresentato in mostra dal ritratto The She-Ornithologist (2018) che Paulina Olowska le ha dedicato. Il dipinto rende Chiara Fumai, a sua volta, una musa appartenente a un’ampia e illustre galleria di ritratti di artiste. In aggiunta, vi è il video BUSTROFEDICO di Anna Franceschini in cui quest’ultima insegue This Last Line Cannot Be Translated nei percorsi tortuosi del contesto in cui il murale è stato esposto nel 2019. In conclusione, la mostra include anche l’omaggio di Chiara Fumai a Vera Morra con One Strangling Golden Hair (2011-13), un’opera che si presenta come un calco concettuale del lavoro della giovane artista dell’accademia di Brera, precocemente scomparsa, realizzata da Fumai in occasione dell’esposizione collettiva Arimortis (2013) al Museo del Novecento di Milano, seguendo una suggestione del co-curatore Roberto Cuoghi.

Grazie alla riscoperta di alcuni documenti e opere inedite, la mostra intende arricchire la figura di Chiara Fumai e la conoscenza del suo lavoro, rinsaldando inoltre il legame della sua esperienza internazionale con il suo territorio di origine.

In occasione di Chiara says Chiara, il video degli esordi The Moustache Woman (2007) sarà donato dall’Archivio Chiara Fumai alla Fondazione Pino Pascali, allo scopo di lasciare una traccia importante del lavoro dell’artista nel suo territorio di origine. Il lascito rientra in un programma di donazioni condotto dall’Archivio Chiara Fumai per confermare la presenza dell’opera dell’artista all’interno delle collezioni delle istituzioni – italiane e internazionali – che hanno sostenuto il suo lavoro, o che intendono promuoverne l’attività, sottolineando l’eredità e l’importanza del suo operato.

Il video introduce il soggetto della donna barbuta, successivamente incarnato da Annie Jones – celebre personaggio del circo Barnum di fine Ottocento – impersonata in più occasioni da Chiara Fumai nel lavoro The Prodigy of Nature (2010), per la prima volta esposto a Palazzo Mincuzzi a Bari all’interno della rassegna Gemine Muse, presentato da Antonella Marino. In una sala della Museo Pascali troveranno asilo e rifugio apparizioni e backstage di Fumai tra i quali, grazie al fotografo e filmmaker Nicola Cipriani, le riprese della prima “vestizione” di Fumai alias Annie Jones a Bari, e un’inedita lezione universitaria all’interno del corso di Design della Moda allo IUAV di Venezia nel 2013. Insieme a questi, altri documenti per comprendere e approfondire il pensiero di Chiara Fumai. Un ringraziamento a Careof Milano per la collaborazione scientifica.

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