Nella lavanderia a gettoni LAVAPIU, Celeste inaugura una mostra di Francesco Alberico (Pescara, 1996), dal titolo “Operazione A.B.C.” Invitato a realizzare un progetto site-specific, l’artista pone al centro della propria riflessione l’acqua, non tanto come elemento simbolico, quanto più come problema ad un tempo ecologico e politico estremamente significativo per il territorio.
Il sistema acquifero del Gran Sasso, il più grande d’Abruzzo, in seguito ai lavori dei tunnel del traforo tra il 1969 e il 1987, ha visto un abbassamento della falda di circa 600 metri, con una diminuzione fino al 95% del flusso di alcune sorgenti. Nel corso degli anni la popolazione del territorio ha subito eventi preoccupanti, come interruzioni idriche, l’intorpidimento dell’acqua a causa dei lavori di manutenzione, fino allo sversamento di sostanze chimiche da parte dei laboratori dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare, collocati sotto la montagna.
Attento alla questione, Francesco Alberico inizia una collaborazione con il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua (Forum H2O), una realtà associativa che riunisce comitati territoriali, organizzazioni sociali, sindacati, associazioni e singoli cittadini, tra i principali promotori dei Referendum abrogativi del 2011. Quell’anno, una massiccia campagna di mobilitazione ha visto il 95% dei votanti esprimere, tra gli altri, un “no” inequivocabile alla gestione privata delle risorse idriche, a favore di un modello interamente pubblico. Nonostante un’incredibile partecipazione elettorale, in questi anni si assiste al tentativo ripetuto delle amministrazioni di vanificare questa scelta, attraverso proposte di legge e strategie politiche di varia natura.
In occasione dell’opening della mostra, Alberico decide di creare uno spazio di dibattito e riflessione attorno all’acqua come bene comune, grazie al coinvolgimento di alcuni rappresentanti del Forum Abruzzese e attraverso delle opere che verranno offerte ai visitatori in cambio di una cifra simbolica, donata all’associazione. L’artista ripropone le schede elettorali del 2011 in forma di fazzoletti di stoffa, dando corpo ad una metafora: attribuisce una plasticità insufficiente a quella condizione che si crea ogni volta che “un cambiamento per via democratica è precluso o svuotato, il consenso popolare è estorto, manipolato o sequestrato dai suoi interpreti” (M. Bascetta). Dall’altra parte però, dà spazio ad una dimensione dialettica in cui siamo invitati ad entrare, partecipare e a cui siamo chiamati a contribuire. Le opere sono state realizzate in collaborazione con Arcolaio, azienda tessile della provincia di Teramo.