Ripercorro con la mente alcune mostre di Almanac che ho visto o vissuto in prima persona negli ultimi anni, aiutata da una timeline installata nella seconda stanza e che funge da materiale d’archivio e diario ideato dallo Studio Grand Hotel che ha anche curato l’identità grafica del nuovo spazio espositivo torinese dell’associazione, in Corso Novara 39. Mi soffermo su alcuni dei lavori esposti: ci sono le silhouette ricamate su seta e cotone di Adam; i corpi che si disfano e fondono gli uni negli altri nei disegni di Benni. Poi arrivano gli orizzonti immensi nelle fotografie di Liliana e le galassie ipnotiche a pennarello di Federico. A destra, le sedimentazioni di cristalli di calcite di Namsal, poco più in là, una stampa a fondale verde con gli oggetti di Anna e la loro estetica da display. Riconosco già in lontananza l’insistenza del gesto di Diego nel suo tratto a penna rossa su carta, mentre la sfera ricoperta di frammenti specchiati di Cleo e gli occhi accesi che fuoriescono da un intreccio di salice, edera e bambù di Derek MF si nascondono nel basement. E via così. La timeline diventa così sempre più elastica, e gli anni si dissolvono in altro: in storie, parole, opere, incontri. I numeri sono solo indicatori temporali che prima di tutto rimandano a coloro per i quali Almanac è stata casa, studio, spazio espositivo e di formazione, set di riprese e di performance, tra esordi e sperimentazioni, come d’altronde uno spazio no profit è chiamato a essere, agendo da intercettore delle ricerche emergenti e più interessanti, da incubatore e connettore.
Si intitola “Efemeridi 2013–2025” questa mostra collettiva inaugurale che segna l’inizio di una nuovo e stimolante ciclo di vita per Almanac, alla cui regolare attività di sede espositiva, si affianca uno studio per residenze, un basement e una biblioteca aperta, nodo attivo per poter attivare momenti di approfondimento e radunare gruppi di lettura in risposta a urgenze e tematiche legate alle mostre che animeranno la programmazione a venire1. “Efemeridi 2013–2025” è anche un progetto fundraising e una festa con 38 artisti e artiste: Soukaina, Pietro, Stefano, Virginia, Elisa, Stefania, Benni, Antonia, Chiara, Adam, Gianluca, Giulia, Derek MF, Cleo, Anna, Enej, Maria & Joshua, Ezra, Neil, Helena, Atiéna, Davide, Isaac, Rachele, Liliana, Diego, Megan, Giuliana, Nolwenn, Samara, Greta, Yves, Stefano, Davide, Namsal, Federico e Alice. E con loro, le loro opere. Anche se, parlando con Guido Santandrea, direttore artistico e cofondatore di Almanac, ciò che da subito emerge è come questo primo capitolo del nuovo percorso abbia più che altro voluto ripercorrere le amicizie, le relazioni e le geografie che hanno costituito gli anni di vita dell’associazione. A questi nomi – ai quali ho volutamente omesso il cognome, e che comprendono anche figure di riferimento che hanno contribuito a delineare il percorso dell’organizzazione – se ne potrebbero così aggiungere tanti altri che tra le sedi londinesi di Dalston Lane (2013), Southwark Park Road (2016 – 2019) e Acre Lane (2019 – 2021), e quelle torinesi di Via degli Artisti (2014 – 2015) e Via Reggio (2016 – 2025), hanno dato forma a idee e prodotto opere e mostre, in una pluralità di voci e prospettive.
“Efemeridi 2013–2025” potrebbe, quindi, idealmente comprenderle tutte. “Per Almanac è stato fondamentale mantenere una continuità negli anni che ha permesso di costruire un dialogo tra diverse generazioni e comunità di artisti. La doppia sede ha inoltre innescato uno scambio tra scene culturali di città tra loro molto diverse, permettendo in alcuni casi di sviluppare un progetto o consolidare un rapporto professionale e di amicizia nato in una città e continuato nell’altra.”2
In “Efemeridi 2013–2025”, la possibilità di nuove connessioni e di un rimarcato legame con l’oggi e con il territorio fungono dunque da moti di una progettualità più estesa che Almanac ha sempre ricercato, mostra dopo mostra, e in programmi autonomi tra Londra e Torino, ma spesso inevitabilmente in dialogo. “Direi che lo scambio tra scene, geografie e generazioni, mantenendo centrare la capacità dell’arte di riflettere sulle complessità del presente, sono caratteri fondamentali che ci hanno contraddistinto.”3 Per curiosità, cerco le definizione di “efemeride” su Treccani online. Ne trovo diverse, come immaginavo. E ognuna, a suo modo, risuona nei gesti e negli intenti che l’associazione ha messo in circolo negli anni: tavola astronomica che annota dati sui movimenti celesti; calendario e diario di cronaca giornaliera e, per estensione, anche libri, generalmente pubblicati con frequenza annuale, che contengono tali raccolte; almanacco che annota le attività stagionali. Tutto si rifà al dato temporale, alle variazioni e alla ripetizione, e a come le relazioni che le connotano siano molteplici e tutte soggette a cambiamenti e oscillazioni che vale la pena registrare, ricordare e restituire, proprio come queste Efemeridi stanno a dimostrare con la maturità resiliente di dodici anni e sei sedi cambiate.
Artisti in mostra: Soukaina Abrour, Pietro Agostoni, Stefano Arienti, Virginia Ariu, Elisa Barrera, Stefania Batoeva, Benni Bosetto, Antonia Brown, Chiara Camoni, Adam Christensen, Gianluca Concialdi, Giulia Crispiani, Derek MF Di Fabio, Cleo Fariselli, Anna Franceschini, Enej Gala, Maria Gorodeckaya & Joshua Williamson, Ezra Gray, Neil Haas, Helena Hladilova, Atiéna R. Kilfa, Davide La Montagna, Isaac Lythgoe, Rachele Maistrello, Liliana Moro, Diego Perrone, Megan Rooney, Giuliana Rosso, Nolwenn Salaün, Samara Scott, Greta Schödl, Yves Scherer, Stefano Serretta, Davide Sgambaro, Namsal Siedlecki, Federico Tosi, Alice Visentin.



