
Con Disco Inferno, secondo numero della serie, JTM trasforma l’architettura in un campo percettivo immersivo, dove luce, suono e movimento diventano materiali di progetto. Ideata da Christopher Dessus e pubblicata da Pli Éditions, la rivista convoca designer e artisti — tra cui Sabine Marcelis, Marine Serre e Jean Verville — per interrogare la dimensione sensoriale dello spazio, oscillando tra installazione, club culture e performance.
La discoteca è riletta come architettura temporanea, luogo di produzione collettiva e di sospensione delle regole. JTM ne indaga le potenzialità politiche ed estetiche: il dancefloor come infrastruttura di libertà, la luce come strumento coreografico, il suono come materia strutturale. La costruzione editoriale, scandita da immagini monumentali e da una grafica che replica il ritmo della notte, si comporta come un dispositivo immersivo. Più che documentare la festa, Disco Inferno ne ricostruisce la potenza energetica, trasformando la rivista in spazio espositivo.