Con il suo quinto numero, lanciato nel 2024 in occasione di Focal Point, SONDUKE Magazine segna una svolta decisiva: dopo anni di presenza digitale, questa piattaforma indipendente con base in Kuwait debutta finalmente sulla carta stampata. Un passaggio non solo editoriale, ma profondamente politico e poetico, che rende omaggio al significato stesso del nome – صندوق scrigno, cassaforte – offrendo uno spazio sicuro per voci artistiche radicali dalla regione SWANA e oltre.
La rivista intreccia le dimensioni sonora e visiva in una narrazione potente, esplorando tematiche urgenti come la militarizzazione del suono, la connessione fisica alla terra, il significato identitario dei tatuaggi e l’archivio come pratica di resistenza. SONDUKE non documenta semplicemente, ma crea un archivio vivo, incarnato, in grado di riscrivere le estetiche della protesta e della ribellione.
Particolarmente incisiva è la sezione visiva, che vede dialogare le fotografie intense di Myriam Boulos sulla rivolta di Beirut del 2019 con le immagini evocative dei film dell’artista palestinese Noor Abed. Amad Ansari (Palestine Online) completa il quadro con un lavoro sull’archeologia digitale, dove la memoria diventa strumento di lotta.
SONDUKE continua così a tracciare un percorso originale e indispensabile nel panorama globale dell’arte contemporanea. Più che una raccolta di contributi, è un gesto curatoriale collettivo che mette in discussione modelli dominanti di rappresentazione e visibilità, generando dialoghi profondi tra territori, corpi e sonorità. Un numero imperdibile per comprendere come l’arte possa trasformarsi in spazio critico e comunità vibrante.