Flash Art utilizza solo cookie strettamente necessarie per il funzionamento del sito, per il legittimo interesse nel migliorare l'esperienza online e per rendere possibile o facilitare la comunicazione. Per maggiori informazioni consulta la pagina Termini & condizioni

Flash Art
Flash Art
Shop
  • Homepage
    • EDITORIALE
    • Prospettive
      • VETRINA
      • RECENSIONI
      • CONVERSAZIONI
      • ISTANTANEE
      • OPINIONI
      • In archivio
      • Sulla moda
      • Bold shelves
      • COSTELLAZIONI
      • CURRICULUM VITAE
  • FLASH ART ARCHIVE
  • FLASH ART ITALIA AWARD
  • DUNE
    • PSE Edizioni
    • FLASH ART MONO
  • In copertina
    • Shop
    • Abbonamento
    • Edizione digitale
    • CONTATTI
→
Flash Art

360 PRIMAVERA 2023, Recensioni

18 Aprile 2023, 9:00 am CET

Adelaide Cioni “Ab ovo / On Patterns” Mimosa House / Londra di Phoebe Cripps

di Phoebe Cripps 18 Aprile 2023
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, “Ab Ovo / On Patterns”. Veduta della mostra presso Mimosa House, Londra, 2023. Fotografia di Lewis Ronald. Courtesy l’artista e Mimosa House, Londra.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, “Ab Ovo / On Patterns”. Veduta della mostra presso Mimosa House, Londra, 2023. Fotografia di Lewis Ronald. Courtesy l’artista e Mimosa House, Londra.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, “Ab Ovo / On Patterns”. Veduta della performance presso Mimosa House, Londra, 2023. Fotografia di Tim Smyth. Courtesy l’artista e Mimosa House, Londra.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, “Ab Ovo / On Patterns”. Veduta della performance presso Mimosa House, Londra, 2023. Fotografia di Tim Smyth. Courtesy l’artista e Mimosa House, Londra.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, “Ab Ovo / On Patterns”. Veduta della performance presso Mimosa House, Londra, 2023. Fotografia di Tim Smyth. Courtesy l’artista e Mimosa House, Londra.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, “Ab Ovo / On Patterns”. Veduta della performance presso Mimosa House, Londra, 2023. Fotografia di Tim Smyth. Courtesy l’artista e Mimosa House, Londra.

Se i disegni e i dipinti di Agnes Martin sono stati spesso definiti saggi su “interiorità e silenzio”, allora quelli di Adelaide Cioni potremmo chiamarli “canzoni”. “Songs” è infatti il titolo della serie di lavori realizzati in tessuto che apre la mostra “Ab ovo / On Patterns”, che si riversano verso l’alto in una danza visibile dalla strada attraverso le finestre di Mimosa House. Ogni canzone ha una dedica: al mare, al fuoco, a Sol LeWitt. Questi lembi di mussola, solitamente uniti da una cucitura centrale, presentano bordi tagliati irregolarmente e sono fissati a un supporto di legno lungo il bordo superiore. Sono appesi in modo grezzo e semplice ma danzano dolcemente, lasciando ondeggiare le estremità sfilacciate. La relazione con Martin va oltre l’uso che Cioni fa del disegno, della linea e del colore. Come accade con Martin, queste canzoni diventano inni e preghiere, meditazioni sul disegno e sulla natura, sul desiderio umano di riordinare il caos e la casualità del mondo naturale.

“Ab ovo” – termine che dà il titolo alla personale – si traduce in “dall’uovo”, e la mostra è un tentativo di approcciarsi al primato della forma. Prima dell’immagine viene la linea; prima della linea, la storia, l’idea, l’impulso. È nella preistoria che Cioni ricerca gli schemi che si ripetono in natura e in culture geograficamente lontane: dall’onda al cerchio, dal quadrato alla croce. Così il cardo rimanda ai disegni dei carciofi realizzati dagli antichi egizi – alla complessità della rosetta squamosa del carciofo che segue la sequenza di Fibonacci addomesticata da linee rette e triangoli curvi. Tutta la materia può essere comunicata in questo modo, eppure è sempre e solo un fatto di comunicazione. Cioni, che in passato ha tradotto Lydia Davis e David Foster Wallace, usa il disegno anche come strumento di traduzione, per andare oltre, sempre consapevole che in questo processo piccole parti di sé rimarranno ancorate al testo.

1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, The black holes (n. 2), 2019. Lana cucita su tela. 86 x 104 cm. Fotografia di Carlo Favero. Courtesy l’artista e P420, Bologna. © Adelaide Cioni.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, Ab ovo. White egg, 2020. Lana cucita su tela. 34 x 24 cm. Fotografia di Carlo Favero. Courtesy l’artista e P420, Bologna. © Adelaide Cioni.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, Drawings for myself. Red triangles, 2020. Acrilico e matita su tela. 35 x 32 cm. Courtesy l’artista e P420, Bologna. © Adelaide Cioni.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, Six or seven /is the number of times Mary speaks in the New Testaments), 2019. Installazione ambientale, acrilici su tessuto, legno, inchiostro su carta e cartone. Veduta dell’installazione presso Madonna del Pozzo, Spoleto. Courtesy l’artista e P420, Bologna. © Adelaide Cioni.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, Ab ovo, Four patterns, 2020. Tessuto cucito su tela, quadrittico. 88 × 74 cm ognuno; 176 × 156 cm in totale. Fotografia di Carlo Favero. Courtesy l’artista e P420, Bologna. © Adelaide Cioni.
1
2
3
4
5
6
Adelaide Cioni, Ab ovo. Field notes, 2020. Dettaglio. 80 disegni su diapositive, proiezione Kodak Carousel. Fotografia di Carlo Favero. Courtesy l’artista e P420, Bologna. © Adelaide Cioni.

“Ogni artista la guarda e sa che fallirà”, dice Cioni a proposito della natura. Eppure, il tentativo di conoscerla è senza fine, così come il disegno. E come la natura, che ostinata rimane accidentale e fortuita, Cioni non cerca la perfezione. Un semplice schema composto da triangoli è interrotto da un punto rosso, come una macchia di vernice che cade e interrompe momentaneamente la meditazione dello spettatore richiamando la mano dell’artista. Il corpo è quindi sempre presente, anche in quello che a prima vista potrebbe apparire come un intelletto puramente matematico e ordinato.

È impossibile percorrere la mostra senza essere consapevoli del proprio corpo, nel labirinto di tessuti sospesi che ci accompagnano verso un’esplosione di motivi. Gli spazi sono interamente ricoperti di segni e linee che si ripetono coinvolgendo i visitatori e, a volte, dei danzatori che improvvisano movimenti in risposta ai quadrati, ai cerchi, ai triangoli creando un intreccio. Nonostante l’ubiquità delle forme, Cioni guarda all’invisibile che si cela nel quotidiano – che Deborah Levy chiama “personaggi minori”, ovvero quegli oggetti quotidiani che si depositano nella memoria come granelli di sabbia. Le forme delle opere presenti in mostra riecheggiano le forme tipiche dell’artista, come quelle delle foglie di palma che nel suo film Kew. A Conversation in Green (2019), realizzato con una Super 8, danzano, gocciolano e si intrecciano le une con le altre come tessuti, mentre un pettirosso si posa su un ramo, evocando il costume di una ballerina composto da forme triangolari come le zampe del volatile. Il mare è un’altra presenza ricorrente nei motivi ondulati cuciti a mano, in lana blu su flanella, che vibrano negli occhi di chi guarda. Durante la performance, invece, il costume di uno dei danzatori presenta cerchi di iuta sovrapposti creando una specie di tunica, che con il movimento si increspa ricordando le squame di un pesce. Un’energia interiore e puramente inesprimibile cerca di liberarsi verso l’esterno, in una vibrazione ritmica che potrebbe funzionare come un pattern, ma non lo diventa mai. La verità risiede negli schizzi, nel canto, nel caos. In quello spazio tra le linee e in mezzo alle linee stesse, che non può essere tradotto.

(Traduzione dall’inglese di Michela Ceruti)

Condividi questo articolo
  • Facebook
  • Twitter
  • Mail
Altri articoli di

Phoebe Cripps

Deep Fake. Una Conversazione con Gabriele Garavaglia

12 Aprile 2023, 8:00 am CET

Da una formazione che presuppone uno spiccato senso spaziale Gabriele Garavaglia, sperimentando tra la produzione di immagini e l’installazione, non…

Approfondisci

Alice Ronchi: Sembra di essere su un’isola

19 Aprile 2023, 9:00 am CET

Un uomo pulisce la vetrina di un grande negozio con gesti eleganti e precisi. Ha un braccio teso verso l’alto…

Approfondisci

Inside. La critica immanente di un complice interno

26 Aprile 2023, 9:00 am CET

Ispirato dalla rivelazione sul “lato oscuro del lusso” avuta dal regista Vasilis Katsoupis – mentre era ospite nell’appartamento di un…

Approfondisci

Essere oltre l’essere (umano). Una Conversazione con Agnes Questionmark

3 Maggio 2023, 9:00 am CET

Essere oltre l’essere (umano) è volere di molti terrestri. Chi ambisce a un potenziamento cognitivo, chi a una estensione soprannaturale…

Approfondisci

  • Prossimo

    Alice Ronchi: Sembra di essere su un’isola

  • Precedente

    Deep Fake. Una Conversazione con Gabriele Garavaglia

© 2025 Flash Art

  • Termini & condizioni