Mendini non era un Archistar, stava rintanato là sotto poco prima del Corvetto che pareva quasi di trovarci l’ultimo Gaber. E il coloratissimo sfarfallio di mosaici sulla via chiedeva rispetto al ritardato graffitaro incazzato di notte e bello di giorno, dava conforto visivo al pensionato con la Gazzetta, segnalava la presenza agli amici, parenti, clienti, che oggi spero felicemente ricordino l’Alessandro che ha davvero avuto uno straordinario passaggio in una grande città europea. Milano con lui è cresciuta ma lui non riusciva forse più a sorridere come una volta da quando la poesia era fuggita, gli affari erano tornati, con le conseguenze del caso. Ormai il Pil, i tassi, i bond la facevano da padroni, senza dimenticarci lo spread che, pilotato dalla BCE, terrorizzava tutti quanti. Forse non se l’aspettava e così è andato via.
–Massimo Minini
Quello che stupisce di Alessandro Mendini, e che più rispetto e ammiro, sono la sua insaziabile curiosità, la capacità di riconoscere le persone e le idee senza nessun tipo di pregiudizio, l’aver dato l’opportunità a tanti, conosciuti o meno, di fare grandi cose. Un rivoluzionario che ha attraversato la vita con grande gentilezza e garbo conservando l’invidiabile vivacità e immediatezza di un bambino.
–Aldo Cibic
Alessandro Mendini, giocoliere enigmista, Alessandro ha manipolato molti degli oggetti che hanno reso sopportabile la vita in questi anni di grandi trasformazioni tecnologiche. Ci siamo innamorati a tal punto dei suoi oggetti che li conserviamo anche se rotti o non funzionanti. Piccoli eroi che hanno condiviso percorsi di vita, oggetti, enigmi ricchi di significati nascosti che quando riusciamo a penetrare ci fanno pensare di essere molto intelligenti. Grazie Alessandro di aver parlato a tutti.
–Italo Rota