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22 Luglio 2015, 12:00 pm CET

Cyprien Gaillard di Samuele Menin

di Samuele Menin 22 Luglio 2015
The Lake Arches, 2007. Still da video 1 min 39 sec. Courtesy Sprüth Magers, Berlino / Londra; Bugada & Cargnel, Parigi; Laura Bartlett Gallery, Londra. © Cyprien Gaillard.
The Lake Arches, 2007. Still da video 1 min 39 sec. Courtesy Sprüth Magers, Berlino / Londra; Bugada & Cargnel, Parigi; Laura Bartlett Gallery, Londra. © Cyprien Gaillard.
The Lake Arches, 2007. Still da video 1 min 39 sec. Courtesy Sprüth Magers, Berlino / Londra; Bugada & Cargnel, Parigi; Laura Bartlett Gallery, Londra. © Cyprien Gaillard.

Cyprien Gaillard l’enfat prodige dell’arte francese o parafrasando un famoso film L’uomo dal braccio d’oro si trova qui a Milano ad affrontare la sua prima retrospettiva. In linea a come ci ha abituato la Fondazione Trussardi nulla è lasciato al caso a cominciare dalla location alternativa e fuori dalla usuale geografia espositiva milanese. In questo caso la scelta è caduta su uno spazio militare, la Caserma XXIV Maggio, ad accesso normalmente limitato e comprensibilmente da vari cartelli di Attenzione e Pericolo; forse la Fondazione ha pensato che potesse essere una non troppo nascosta allusione al contenuto delle opere di Gaillard: edifici in demolizione (Pruitt Igoe Falls, 2009), immagini di scontri, incidenti, proteste (Millions into Darkness, 2012), tuffi in specchi d’acqua non appropriati (The Lake Arches, 2007). Un immaginario dal contenuto sì forte ed effettivamente a volte violento ma che l’artista riesce a trattare con una propria poetica addomesticandolo e dandogli un aspetto quasi romantico. Giustamente e forse per questo in realtà l’edificio del complesso scelto per ospitare la mostra, in passato — anche se militare — aveva la funzione di panificio, e quindi non è detto che non abbia sfornato negli anni anche qualche dolcezza.
Oltre all’animo “avventuroso” Gaillard nasconde anche un’anima da catalogatore come dimostrano i collage di Polaroid della serie Geographical Analogies, 2006-2010 — le opere più numericamente presenti in mostra — testimoniano la sua capacità di accostare a volte in maniera più didascalica, per forma, a volte più inaspettatamente, per significato, immagini di luoghi, edifici abbandonati, pubblicità, piante, dinosauri, monumenti, ecc…; raccolte che danno allo spettatore la possibilità di immergersi in infinite varianti narrative. Una mostra bella ma all’uscita mi sono soffermato un attimo pensando che mancasse qualcosa… il colpo del k.o. Lavori belli… Bello l’allestimento… ma sentivo la mancanza di qualcosa. Riflettendoci nei giorni successivi mi sono poi reso conto che non era alla mostra o ai lavori di Cyprien Gaillard che mancava qualcosa ma a me. Sono infatti io a non avere più quello spirito indefinibile, di totale libertà ed incoscienza che da ragazzi, facendoci sentire invincibili ci permette di compiere azioni alla Jackass che più avanti negli anni non compieremo più ritenendole troppo stupide o pericolose. Cyprien Gaillard un monumento al tempo perduto.

Fondazione Trussardi, Milano.

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