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7 Luglio 2017, 5:29 pm CET

Enel contemporanea di Cecilia Canziani

di Cecilia Canziani 7 Luglio 2017
Angela Bulloch "Repeat Refrain" (2007). Fotografia di Marino Paoloni.
Angela Bulloch "Repeat Refrain" (2007). Fotografia di Marino Paoloni.
Angela Bulloch “Repeat Refrain” (2007). Fotografia di Marino Paoloni.

La Garbatella è un quartiere di Roma costruito sul modello delle città giardino inglesi tra gli anni Venti e Trenta. Edificate su una collina fino ad allora coperta di vigne, le abitazioni accoglievano gli operai che lavoravano al progetto di sviluppo del porto e della zona industriale di Roma, e in seguito gli sfrattati delle demolizioni di Teatro Marcello e Largo Argentina. Il quartiere ancora oggi conserva una sua precisa identità ed è bello che una delle sue piazze abbia ospitato una delle tre installazioni del progetto “Enel Contemporanea”. Rispetto agli altri luoghi interessati dal progetto — la monumentale e molto discussa Ara Pacis e Piazza del Popolo, da cui tradizionalmente entrava, attraversando poi via del Corso, chi arrivava a Roma — la scelta di lavorare in una piazza di un quartiere popolare sembra significativa, se, come è nelle intenzioni del curatore Francesco Bonami, Enel intende con questo progetto investire nella cultura contemporanea cercando il confronto con la città e soprattutto con i suoi cittadini. Repeat Refrain, un pallone aerostatico su cui sono proiettate le immagini dell’ultima eclissi con cui Angela Bulloch invita lo spettatore a ragionare sul tempo che occorre per osservare un’opera d’arte; Hexagonal Water Pavilion, una fontana interattiva di Jeppe Hein, e l’installazione di Patrick Tuttofuoco — che a settembre chiude la manifestazione invitando a percorrere in maniera diversa una piazza che per le sue dimensioni viene poco vissuta e attraversata di fretta — sono tutti interventi che gli artisti hanno pensato privilegiando l’interazione con lo spettatore rispetto alla celebrazione dell’aspetto formale della città. Interventi che sollevano una riflessione cruciale in una città in cui viceversa l’uso dello spazio pubblico si vede ridotto a vantaggio della monumentalizzazione del centro storico.

Se il progetto continuerà, invitando gli artisti a lavorare nella città, ci sarà certo occasione di approfondire il lavoro sul territorio, magari intraprendendo percorsi che non solo mettano a confronto il pubblico con i risultati della creazione contemporanea, ma attivino la partecipazione da parte del pubblico stimolando la comunità di cittadini a produrre — attraverso l’arte — i propri immaginari.

È un impegno imprescindibile se si vuole fare — come Enel afferma — arte pubblica, e non semplicemente arte nello spazio pubblico.

Quartiere Garbatella, Ara Pacis, Piazza del Popolo, Roma.

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