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Recensioni

1 Ottobre 2019, 2:00 pm CET

Ettore Spalletti Nouveau Musée National de Monaco / Monaco di Agnieszka Gratza

di Agnieszka Gratza 1 Ottobre 2019
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Ettore Spalletti, “Ombre d’azur, transparence”. Veduta dell’installazione presso il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma. Fotografia di Werner Hannappel, VG-Bildkunst Bonn, 2019. Courtesy Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma, Monaco.
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Ettore Spalletti, “Ombre d’azur, transparence”. Veduta dell’installazione presso il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma. Fotografia di Werner Hannappel, VG-Bildkunst Bonn, 2019. Courtesy Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma, Monaco.
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Ettore Spalletti, “Ombre d’azur, transparence”. Veduta dell’installazione presso il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma. Fotografia di Werner Hannappel, VG-Bildkunst Bonn, 2019. Courtesy Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma, Monaco.
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Ettore Spalletti, “Ombre d’azur, transparence”. Veduta dell’installazione presso il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma. Fotografia di Werner Hannappel, VG-Bildkunst Bonn, 2019. Courtesy Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma, Monaco.
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Ettore Spalletti, “Ombre d’azur, transparence”. Veduta dell’installazione presso il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma. Fotografia di Werner Hannappel, VG-Bildkunst Bonn, 2019. Courtesy Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma, Monaco.

Visitare la personale di
 Ettore Spalletti a Villa 
Paloma presso il Nouveau
 Musée National de Monaco,
 allestita su tre piani e
 sette gallerie, è un po’ come attraversare un’installazione luminosa di James Turrell. Le stanze, perfettamente bianche, dissolvono i bordi
 e assorbono le ombre delle opere in mostra, che sembrano librarsi nello spazio e fondersi con l’ambiente circostante. Il loro aspetto potrebbe variare a seconda delle condizioni climatiche esterne, considerato che
 si immergono in una luce naturale smorzata, che
 filtra attraverso le ombre. L’impressione generale
 è quella di un’ora blu perpetua. 
Quasi tutte le trenta
 opere esposte (realizzate appositamente per la mostra) presentano una ristretta gamma che va dal blu
 cipria, rosa, grigio tenue 
al bianco – tutti i colori dell’alba e del tramonto. L’artista dipinge su legno, cartone o resina utilizzando una tecnica a impasto, faticosamente applicata su più strati e poi raschiata via, in modo da ottenere una finitura granulosa ricca di texture (che è di fatto un suo marchio di fabbrica). Opere monocromatiche e dittici – che presentano 
una gradazione tenue delle stesse tonalità – sono spesso circondati da una foglia d’oro, che agisce come una sorta di aureola.

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Ettore Spalletti, “Ombre d’azur, transparence”. Veduta dell’installazione presso il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma. Fotografia di Werner Hannappel, VG-Bildkunst Bonn, 2019. Courtesy Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma, Monaco.
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Ettore Spalletti, “Ombre d’azur, transparence”. Veduta dell’installazione presso il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma. Fotografia di Werner Hannappel, VG-Bildkunst Bonn, 2019. Courtesy Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma, Monaco.
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Ettore Spalletti, “Ombre d’azur, transparence”. Veduta dell’installazione presso il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma. Fotografia di Werner Hannappel, VG-Bildkunst Bonn, 2019. Courtesy Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma, Monaco.
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Ettore Spalletti, “Ombre d’azur, transparence”. Veduta dell’installazione presso il Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma. Fotografia di Werner Hannappel, VG-Bildkunst Bonn, 2019. Courtesy Nouveau Musée National de Monaco (NMNM), Villa Paloma, Monaco.

Dipinti 
sul bordo o sull’angolo di
 un dipinto, o più raramente sulla superficie come in Grigio verso l’azzurro, paesaggio (2018), questi dettagli rilevano una componente ludica e selvaggia a dispetto di una struttura compositiva, altrimenti austera, e fanno percepire i pannelli dipinti quasi come oggetti tridimensionali. Consideriamo le tre opere che compongono il trittico Libreria, rosa, Libreria, azzurro e Libreria, grigio (2018), identiche sotto ogni aspetto a eccezione del colore della rilegatura dei 
libri allineati
 sugli scaffali,
 tutti ricavati da
 un unico pezzo di legno, laccato di bianco. Da lontano,
il vuoto fra i libri
e le scaffalature diventa un’ulteriore striscia nera orizzontale, generando un’alternanza di bande bianche, nere e colorate,
a cavallo fra la seconda
e la terza dimensione. Un altro lavoro recente, Vado di sole (2018), composto da undici blocchi poliedrici di legno dipinti di blu e rosa su lati alterni, rivela un gioco di sovrapposizione di colori mentre si passeggia attorno alla fila di colonne allineate diagonalmente nello spazio della galleria. Nella sua pratica, Spalletti attinge a una grande varietà di correnti artistiche e riferimenti; un esempio è, fra gli altri, Caro Rietveld (2007), il cui titolo richiama l’inizio di una lettera d’amore, che si appropria di Zig-Zag – una delle iconiche sedie in legno del designer olandese – posta sopra una lastra di vetro blu riflettente con una risma di carta velina rosa appoggiata sulla seduta. O ancora Disco (1981) nero e lucido – il lavoro più datato in mostra, che tuttavia rilegge diversi decenni della carriera dell’artista – è un omaggio al cappello a tesa larga del Guerriero di Capestrano (una statua in calcare risalente al 700 a.C. trovata dall’artista in Abruzzo, sua regione nativa), una fonte di ispirazione ricorrente in Spalletti.

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