Giancarlo Politi: Che cosa ha tenuto insieme il gruppo di Fluxus? Le idee, gli obiettivi comuni, o l’amicizia che c’era fra voi?
George Brecht: Difficile dirlo, poiché su questo argomento Fluxus aveva parecchi punti non chiari. Come la domanda se Fluxus sia emerso prima negli Stati Uniti o in Europa, o se ci fossero autentiche idee Fluxus anche prima che si coniasse il termine.
GP: Dunque Fluxus non ha avuto una specifica data di nascita?
GB: No, non ha avuto neppure un manifesto di fondazione, come il Nouveau Réalisme, che avrebbe fissato la data e il luogo di nascita esatti.
GP: Ma non si potrebbe fissare l’esordio di Fluxus più o meno verso la fine degli anni Cinquanta, primi anni Sessanta?
GB: Non posso dirlo con esattezza! (ride). Dovresti chiederlo a George Maciunas o cercare la risposta nei suoi scritti.
GP: Sono state le idee a tenere Fluxus unito, o la personalità degli artisti e le amicizie che ne sono nate?
GB: Tutte e tre le cose. Ci sentivamo molto uniti; i nostri lavori avevano un mucchio di cose in comune. Ma alla fine la chiave sta nel fatto che eravamo tutti amici.
GP: Per la cronaca: sarebbe forse meglio chiarire la differenza fra Fluxus e gli Happening…
GB: Fino alla mostra di Colonia, “Happe-ning and Fluxus”, io stesso non mi ero reso conto di quale fosse la differenza fra loro.Dopotutto, Kaprow, Oldenburg, Dine e Whitman erano tutti miei amici e non ho mai fatto differenze fra loro. Ho cambiato idea solo dopo Colonia. Lì divenne chiaro che alcuni Happening avevano la tendenza a diventare piuttosto violenti. Alcune delle persone che facevano riferimento agli Happening erano molto aggressive e talvolta addirittura molestavano il pubblico con petizioni da firmare per le loro idee del tutto irrilevanti e insignificanti.
GP: Quali erano gli obiettivi di Fluxus?
GB: (lunga pausa) Beh… se lo chiedessi a Maciunas ti direbbe una cosa, se lo chiedessi a Henry Flynt ti risponderebbe un’altra cosa. Ma le loro risposte sarebbero abbastanza vicine. Se poi dovessi chiedere a Tomas Schmit o a me, otterresti due risposte molto diverse.
GP: Ma non c’era un accordo fra voi?
GB: No.
GP: Non mi dirai che non c’erano dei veri motivi perché voi lavoraste insieme…
GB: Sicuro che c’erano dei motivi, ma non c’era alcun obiettivo (ride). Eravamo tutti dell’idea che Maciunas dovesse stare con noi. Era fantastico. Organizzava situazioni come nessun altro avrebbe mai potuto fare. Dava tutto ciò che aveva.
GP: Era in qualche modo la guida, continua ancora a lavorare per Fluxus…
GB: Questo è solo l’aspetto pratico.
GP: Dunque era più di questo, era il “cervelle pratique” dietro Fluxus?
GB: Era l’organizzatore.
GP: C’è qualche elemento scientifico nella tua opera ?
GB: Assolutamente, ci deve essere: ero un chimico.
GP: Per la Mobil Chemical Company?
GB: Sì, e per la Johnson & Johnson. Ho fatto qualche disegno di tamponi. Non ho esercitato più questa professione, ma l’ho fatto per quindici anni, dal l950 a 1965. Uno dei miei progetti, il Modess Tampon, è ancora brevettato. Lo vendono da dieci anni a questa parte.
GP: Quindi la tua idea era di entrare nel “flusso” della storia…
GB: Noooooo! (ridono insieme). Non mi interessa.
(Traduzione dall’inglese di Anna Grazia Calabrese).