Entrare nella splendida sala ovale della Gagosian Gallery di Roma è sempre un’emozione, soprattutto se ad accoglierti c’è una cascata di colore sapientemente distribuita nel tempo su tavole lignee di diversa qualità, spessore e dimensione. Howard Hodgkin, classe 1932, pittore londinese, ci abbraccia, travolge e stupisce con i suoi ultimi venti lavori realizzati tra il 2009 e il 2012. L’impatto emotivo del visitatore è doppio, anzi triplo: prima il colore, poi il titolo dell’opera, infine il supporto. Quello che il pittore vuole imprimere sulle tavole è ciò che, delle sue esperienze, è rimasto nella memoria. È pittura su legno, ma quel legno il colore lo attraversa, ci danza su, lo squarcia oltrepassando talvolta e non sempre in modo omogeneo i confini delle cornici. Riguardo il suo amore per il colore, Hodgkin ci tiene a precisare che “Se un quadro ha bisogno di un po’ di colore, allora lo aggiungo. Non penso in termini di liberazione. Per me, il colore non ha un’identità separata. Il concetto di pittura è troppo difficile per essere vissuto come un gesto liberatorio. Come quel grande colorista Hockney dice, non importa quali colori applichi”. Per Hodgkin la realizzazione di un quadro richiede il coinvolgimento di tutto se stesso, un impegno e dei tempi non indifferenti. Per eseguire una singola pennellata l’artista può impiegare anche un anno. I titoli delle opere sono come dei piccoli haiku giapponesi da cui emergono le sue esperienze, scaturite da memorie, luoghi, impressioni e aspetti della vita quotidiana. Hodgkin infatti dichiara: “Non credo si possa dipingere con leggerezza. È un’attività che prendo molto sul serio”. Le venti opere presenti alla Gagosian Gallery sono distribuite in tre spazi: una piccola stanza, dove spiccano tra le altre opere Porlock e Night, il grande salone ovale che espone sia piccoli dipinti che sembrano gioielli, come Dark Cloud e Deep Water, sia lavori di medie e grandi dimensioni come Multiplication, Indoor Sunshine, Red Sky at Night e Wet Evening. Infine, un’ultima stanza appartata, da scoprire, conclude gli spazi dedicati alla mostra con altre piccole preziose opere. La mostra, inaugurata il 15 marzo, ha avuto subito una grande affluenza di pubblico vivamente interessato. Solo nel sabato seguente 121 persone hanno voluto visitare la galleria per godere dell’allestimento.
Motivo di tanto entusiasmo è dato sicuramente dalle opere del grande Hodgkin che non aveva più esposto a Roma dal 1992.
Se anche voi volete immergervi in questi travolgenti bagni di colore, ricordatevi di andare a visitare la prossima mostra di Howard Hodgkin.