Sicuramente uno degli eventi dell’anno più attesi nella capitale francese è stata la mostra “Resisting the Present” (fino all’8 luglio), che riesce finalmente ad aprire i battenti anche a Parigi. Infatti, dopo la prima tappa al Museo Amparo di Puebla (Messico), sembrava impossibile il suo arrivo in Francia dopo che il governo calderonista aveva annullato tutti gli eventi in programma per l’Anno del Messico in Francia, a causa del sostegno di Sarkozy a Florence Cassez, una giovane donna di origini francesi condannata a 60 anni di prigione per aver fatto parte di una banda di sequestratori messicani. La tensione è al massimo. Ma il rapporto tra i due paesi viene simbolicamente ricucito dalle due curatrici della mostra, la messicana Angeles Alonso Espinosa e la francese Angeline Scherf. Un doppio sguardo per un progetto ambizioso che vuole continuare la genealogia degli artisti messicani ferma agli anni Novanta e rappresentata da personalità come Gabriel Orozco, Gabriel Kuri, Damian Ortega, Carlos Amorales. Ma in un decennio le cose cambiano e vanno avanti, soprattutto in un paese come il Messico dove da una parte il fermento culturale pubblico e privato fa scuola e dall’altra la situazione sociale terrorizza il mondo occidentale.
Natalia Almada, Edgardo Aragón, Marcela Armas, Diego Berruecos, Iñaki Bonillas, Mariana Castillo Deball, Minerva Cuevas, Amat Escalante, Arturo Hernández Alcázar, Jonathan Hernández, Pablo Sigg, Bayrol Jiménez, Adriana Lara, Gonzalo Lebrija, Ilán Lieberman, Juan Pablo Macías, Jorge Méndez Blake, Nicolás Pereda, Carlo Reygadas, Jorge Satorre & Erik Belrán, Tercerunquinto, Héctor Zamora sono i nomi che compongono il gruppo di artisti individuato dalle due curatrici, al quale aggiungono un progetto speciale di Alejandro Jodorowsky e il docu-film di Gianfranco Rosi su un sicario messicano, esperto in torture, una pellicola censurata durante la prima tappa in Messico tanto da non comparire in catalogo (Editions Paris Musées, marzo 2012).
La nuova generazione di artisti abbandona quella presenza formale che ha caratterizzato i loro predecessori. Il contesto sociale e politico in cui vivono è segnato da una disuguaglianza sociale estrema, da una corruzione dilagante, dalla violenza organizzata. Una situazione che sposta la pratica artistica su problematiche precise, interrogandosi e, in alcuni casi, proponendo nuove grammatiche sul come “resistere oggi”!