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Recensioni

11 Dicembre 2019, 11:00 am CET

Luogo e Segni Punta della Dogana / Venezia di Giovanni Viceconte

di Giovanni Viceconte 11 Dicembre 2019
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Hicham Berrada, Mesk-Ellil, 2015-2019. Veduta dell’installazione presso la mostra “Luogo e Segni”, Punta della Dogana, Venezia, 2019. Fotografia di Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti. © Palazzo Grassi, Venezia. Courtesy l’artista; e Kamel Mennour, Parigi / Londra.
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Carol Rama, Luogo e segni, 1975. Veduta dell’installazione presso la mostra “Luogo e Segni”, Punta della Dogana, Venezia, 2019. Fotografia di Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti. © Palazzo Grassi, Venezia.
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Felix Gonzalez-Torres, Untitled (Blood), 1992. Veduta dell’installazione presso la mostra “Luogo e Segni”, Punta della Dogana, Venezia, 2019. Fotografia di Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti. © Palazzo Grassi, Venezia.
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Nina Canell, Days of Inertia, 2015. Veduta dell’installazione presso la mostra “Luogo e Segni”, Punta della Dogana, Venezia, 2019. Fotografia di Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti. © Palazzo Grassi, Venezia. Courtesy Daniel Marzona, Berlino; Barbara Wien Galerie, Berlino; Mendes Wood Dm, San Paolo / Bruxelles / New York.
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Alessandro Piangiamore, Api E Petrolio Fanno Luce (6, Latte Controvento); Api E Petrolio Fanno Luce (7), 2019. Veduta dell’installazione presso la mostra “Luogo e Segni”, Punta della Dogana, Venezia, 2019. Fotografia di Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti. Courtesy l’artista; e Galleria Magazzino, Roma. © Palazzo Grassi.

La memoria dei luoghi è uno dei leitmotiv dell’esposizione “Luogo e Segni”, organizzata a Punta della Dogana in occasione dei dieci anni dalla sua apertura. La mostra ideata da Martin Bethenod, Direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana e Mouna Mekouar, parte dal titolo dell’opera Luoghi e Segni (1975) di Carol Rama – presente nel percorso della rassegna – e tesse le affinità elettive tra i trentasei artisti selezionati  e i segni dei progetti espositivi sviluppati nel corso degli anni in questo luogo.
Il rapporto con il contesto e la memoria dello spazio, è evidente già all’ingresso della mostra con la grande tenda “Untitled” (Blood), (1992) di Felix Gonzalez-Torres, che ritrova il proprio posto nella sala in cui era collocata proprio dieci anni fa in occasione dell’inaugurazione di Punta della Dogana.  La percezione dell’opera, al confine tra astrazione e autobiografia, tra sfera intima e politica, richiede la presenza fisica del visitatore, invitato ad attraversarla mettendo così in atto una sorta di cerimoniale intriso di condivisione ed empatia.  La tenda – come scrive Mouna Mekouar – “è concepita come una geografia dell’intimo, che testimonia le esperienze di vita condivise, gli incontri e le amicizie tra artisti”. Affinità elettive, che lo stesso Martin Bethenod rivede in tutto il percorso della mostra e in altre opere della collezione Pinault, dagli omaggi di Sturtevant, agli inviti reciproci tra Philippe Parreno ed Etel Adnan o nella collaborazione di Julie Mehretu e Tacita Dean, Anri Sala e Ari Benjamin Meyers, Charbel-joseph H. Boutros e Stéphanie Saadé.
Il ricordo dei luoghi e delle città lontane ma soprattutto il legame con la “Venezia riflessa”, è dichiarato in Well and Truly (2009-2010), installazione con grandi vasi circolari di vetro colorato di Roni Horn, nel lavoro Days of Inertia (2015) di Nina Canell composto da frammenti di arenaria coperti da un “arcipelago” liquido o ancora nella scultura inafferrabile Untitled (2016) di Ann Veronica Janssens, realizzata con finissima polvere di paillette iridescenti che muta a seconda della luminosità e dello spazio. Connessioni quest’ultime, che si riscontrano anche nel lavoro Untitled (2019) dell’artista transgender Wu Tsang, in tessuto luccicante.
Il percorso espositivo di “Luogo e Segni” invita inoltre il pubblico a scoprire gli scritti dell’artista e poeta Etel Adnan, le poesie di Emily Dickinson – applicate su barre in alluminio da Roni Horn – e il mondo poetico-surreale ideato da Hicham Berrada nel lavoro Mesk-Ellil – gelsomino notturno (2015-2019), in cui l’autore agisce sui parametri climatici, sul tempo, sull’oscurità e sulla luce.

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