Quando ho iniziato a fare opere sul tema del lavoro, come per esempio Il lavoro è una malattia. Karl Marx, in Jugoslavia era interpretato in due modi. Il primo era che questa fosse una vera citazione di Karl Marx, mentre la seconda sosteneva che io avessi firmato come se fossi Karl Marx, ed era vero. Io stavo scherzando. Durante il regime socialista, tutto quello che era firmato Karl Marx era considerato una verità assoluta. Per cui, ero ironico. In quel periodo, in Occidente, nessuno parlava del lavoro. Era un argomento decisamente tabù. Solo recentemente, negli ultimi dieci anni, hanno iniziato a parlare di lavoro e pigrizia. Nel frattempo, io avevo lentamente smesso di fare questo tipo di opere. Perché ha cominciato a irritarmi il parlare e idealizzare la nozione di lavoro durante il Socialismo. In Occidente questo era implicito: era il Capitalismo, si doveva lavorare e basta. Adesso gli impiegati in banca lavorano più di quelli in fabbrica perché ora abbiamo un sistema di maniaci del lavoro. Ai miei tempi, parlavamo di ridurre la quantità di lavoro, per esempio di non lavorare il venerdì. Però oggi si parla solo di aumento delle ore di lavoro.
Money/Soldi – Nel mio testo l’Elogio della Pigrizia (1993) ho scritto: “Così come i soldi sono carta, la galleria è una stanza”. Questo è il mio rapporto con i soldi. So che i soldi sono importanti, però allo stesso tempo, si tratta solo di carta. I soldi sono il miglior mezzo di comunicazione e questo lo capiamo. In qualche maniera, siamo tutti sottoposti a esso. Io lavoro su questo doppio presupposto: soldi come comunicazione e soldi come potere.
Laziness/Pigrizia – Quello che ho scritto nell’Elogio della Pigrizia è da un lato vero ma è anche uno scherzo. Non ho usato il linguaggio come termine di definizione ma piuttosto come un’insieme di verità e bugie. Certo, se in questo caso dichiaro che non c’è arte in Occidente, allora questa è una formulazione brusca, e non è vero. Però se lo vediamo dall’aspetto della pigrizia, allora diventa vero. Quanto a me, nulla è cambiato: sto ancora praticando la pigrizia, credo che essa sia importante e che tutti coloro che glorificano il lavoro siano colpevoli.
Archive/Archivio – In quanto artista, raccolgo varie cose, specialmente di fotografia perché mi affascina parecchio. Ho un archivio di fotografie dove tutto è abbastanza anarchico: non c’è un ordine, semplicemente colleziono e taglio. Mi piacciono gli archivi. Inoltre, compro vari tipi di dizionari visto che le parole presentano una sorta d’archivio. Mi serve per il mio lavoro.
Democracy/Democrazia – Sono un anarchico, per cui questo tipo di sistema non mi interessa per niente, perché non credo nella democrazia che abbiamo oggi. Con la transizione dal Socialismo al Capitalismo abbiamo ottenuto la democrazia. Da un lato, una sorta di libertà, mentre dall’altro una grande quantità di ottusità e commercializzazione, per la quale la democrazia non può essere d’aiuto.
English/Inglese – Questa è una domanda piuttosto difficile perché l’inglese è, certamente, una lingua che tutti cerchiamo di usare per comunicare — e questo è l’aspetto positivo. D’altronde, ho tenuto una lezione ad Amsterdam (1979) contro la lingua inglese. La lezione era fatta in croato. Sicuramente nessuno ha capito quello che dicevo. Per cui, questo è quel doppio ruolo della lingua inglese: potere e necessità. Io parlo inglese anche se sono ancora abbastanza insolente quando si tratta di usarlo. Preferisco la mia lingua materna.
Now/Ora – Per me il presente non ha nessun significato quando si tratta del mio statuto sociale o della mia percezione del mondo. Per quanto riguarda questo momento, ora come ora, io cerco di vivere nel presente. Non sono tanto attacato al passato ma soprattutto non al futuro.
Simplicity/Semplicità – Ne penso il meglio possibile. Cerco di rendere le mie opere semplici. Inoltre, mi piacciono altre opere semplici. Non amo le complicazioni. Specialmente oggi, quando le opere d’arte sono diventate più interpretate che osservate. Questo non mi piace più di tanto. Ovviamente, la semplicità non è facile da ottenere. Quando produco la mia opera nel contesto che mi circonda e in lingua croata, mi rendo conto che questo non è semplice per qualcuno che non è di qui. L’opera richiede comunque un’interpretazione. Però troppo non fa bene, complica le cose e questo non mi piace.
Tautology/Tautologia – Quando ho cominciato a fare arte, era il periodo della tautologia e dell’arte concettuale. Ho fatto tanti lavori su questo soggetto. Tuttavia, ho sempre considerato la tautologia come un compito impossibile, perché nel mezzo includeva sempre qualcosa di diverso. Tante mie opere tautologiche includono il colore rosso. Ma durante il Comunismo, il colore rosso non era mai considerato tautologico, era sempre visto come ideologico.
Ideology/Ideologia – L’ideologia sociale era uno dei miei interessi, durante il regime socialista. Oggi, questa ideologia non esiste più. Quello che abbiamo è un consumismo globale. Non c’è più posto per l’ideologia, è persa. Adesso ci sono soltanto delle micro-ideologie, mentre quella globale è finita: si è persa fra economie e banche.
Limit/Limite – La questione del limite è la questione della libertà. Credo che, come gli artisti, noi siamo limitati. Tendiamo a credere di essere liberi, però non lo siamo. Qualcuno potrebbe avere un miglior approccio a qualcosa, e quindi pensare di essere libero, ma non lo è. Varie cose ci limitano. Per questo motivo le mie opere sono esposte all’interno delle istituzioni d’arte, ma anche nei posti più intimi e privati. Espongo a casa mia e in questo modo riesco a evitare i limiti.
Influence/Influenze – Naturalmente ero influenzato da Fluxus, Arte Concettuale, Duchamp e Malevich però anche da tante altre cose. Quello che mi disturba è che i critici occidentali spesso credono che uno sia sempre influenzato dall’arte, e questo non è vero. La politica, la vita quotidiana e tante altre cose mi hanno influenzato. Non è neccessariamente l’arte. Per esempio, hanno detto che una mia opera assomigliava a Baldessari. Ho risposto che questo non era Baldessari: era Stalin. Perché Stalin è stato il primo che ha palesamente manipolato la fotografia, e non Baldessari.
New/Nuovo – Recentamente ho scritto un testo riguardo una delle mie opere, intitolata L’Anarchia Offensiva. Ho sostenuto che “nuovo”, “vecchio”, “moderno” e “postmoderno” non esistano più. Si sono persi. Nuovo è quando faccio qualcosa di nuovo. Però, se questo sia davvero nuovo, sta a altri deciderlo: a me la conclusione non interessa.
Old/Vecchio – Ho un rapporto piuttosto particolare nei confronti del mio passato. Non penso neccessariamente che tutte le mie nuove opere siano le migliori. Mi piacciono i vecchi lavori. Nonostante ciò, succede che a volte non riesco a capire cosa volevo ottenere con alcune opere. Questo riguarda principalmente i miei primi filmati. Oggi, quando li guardo, non ho nessun particolare sentimento. Questo può essere insolito.
Visual/Visivo – Non ho fatto nessuna scuola d’arte, per cui mi sento assai libero in questo campo. Io scherzo con il visivo piuttosto che essere serio. L’aspetto visivo non mi influenza in nessun modo.
Irony/Ironia – Quando c’è un quadro geometrico e serio, allora sotto scrivo Mais. Questo è una piccola serie delle mie opere, intitolata “Geometria per i poveri”. In questo caso, l’ironia è presente. C’è un bel quadro geometrico seguito da un testo completamente contradditorio. Nell’arte visiva non c’è più umorismo: sono tutti un po’ troppo seri. Con me, è diverso.
Color/Colore – Ho abbandonato il colore rosso, sto diventando più colorato adesso. Ci sono tanti altri colori nelle mie nuove opere. Dopo la fine della Jugoslavia, ho fatto una serie di lavori legati al dolore e all’impossibilità d’espressione. A quel tempo, usavo soltanto il bianco.