Santo Tolone Frutta Gallery, Roma

20 Ottobre 2015

Una sala d’aspetto come tante altre, come siamo abituati a vederla: le piante, l’acquario, le riviste da leggere per ingannare il tempo e naturalmente le sedie su cui accomodarci. Un attimo, ma siamo da Frutta Gallery o no, abbiamo forse sbagliato ingresso? Che facciamo, aspettiamo, ci sediamo, entriamo?

Dopo un primo momento di spaesamento purificatorio bisogna prendere una decisione: o si va via o si inizia a giocare. Giochiamo. Al di là della porta un monitor rivolto contro il muro proietta il movimento di un misterioso tendaggio: lo spettacolo è iniziato, siamo dentro al teatro immaginario della nostra mente. Delle tende, che come per un meccanismo magico si spostano avanti e indietro, nascondono e allo stesso tempo rivelano le opere d’arte che si celano dietro di esse. Le opere sono giochi enigmistici da decifrare. Siamo pronti a vederle? Due ricordano gli spazi da colorare della settimana enigmistica, tuttavia, a un’osservazione più attenta, nascondono rispettivamente un giocatore di scacchi che si perde in un gioco cerebrale di forme in movimento e un cielo di banane. Due sono vignette illustrate che si dissolvono in linee astratte dentro le quali si nascondono elementi quotidiani. Due sono falsi soffitti colorati appoggiati al muro che sembrano modificare lo spazio. Quando un ambiente familiare e quotidiano, come una sala d’aspetto, improvvisamente si scopre insicuro attivando i nostri sensi e provocando, proprio per questa unione con una dimensione così reale, l’effetto sorpresa, ha inizio l’esperienza narrativa. Si abbandona la razionalità quotidiana e si crea il proprio spazio e il proprio tempo diventando protagonisti assoluti. Bisogna essere un po’ pazzi per vedere questo gioco, per credere di essere protagonisti di una performance, per superare la sala d’aspetto e vedere cosa si cela dietro ogni opera. Afferma il curatore: “queste opere ludiche mettono in scena un’atmosfera, come i semi delle carte che si trasformano nello strumento mnemonico di una stringente dichiarazione, o come quando fuori piove.”

by Damaride D’Andrea

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