Dirk Vogel, Still Water Piazza di Spagna 9, Roma

18 Dicembre 2015

Situato in una delle piazze più belle del mondo, Piazza di Spagna 9 si contraddistingue per essere una art-gallery design e boutique hotel aperta al pubblico, dove la sua proprietaria, Stefania Grippo, esperta in interior design, unisce in un unico ed esclusivo ambiente l’arte, il design, l’artigianato e la moda. Uno spazio, quindi, dallo stile contemporaneo, in cui gli ospiti hanno la possibilità di soggiornare tra installazioni, quadri, sculture, fotografie di artisti contemporanei ed elementi unici d’arredo, dove tutto è acquistabile e in continuo divenire.

Il terzo appuntamento espositivo – la gallery boutique hotel ha inaugurato nel 2014 – presenta il progetto fotografico Still Water di Dirk Vogel, con un testo critico di Emanuela Nobile Mino. Fotografo di moda, affermato come autore di ritratti, Vogel presenta immagini in cui i soggetti (nuotatori professionisti) sono immersi nell’acqua a due metri di profondità e fotografati dall’alto, con una naturalezza e una composizione glamour caratterizzata, oltre che dalle pose gioiose e dinamiche, da un contrasto di colori potenziato da una luce naturale esterna. Tali caratteristiche donano ai suoi scatti fotografici tutta l’eleganza e la nitidezza tipiche di un mondo, come quello della moda dal quale Dirk si è formato e continua a lavorare con successo, in cui l’immediatezza del messaggio è accentuata dalla capacità di ritrarre la naturalezza delle figure. L’acqua, quale elemento naturale ricorrente nei suoi lavori, diviene la componente principale dei suoi scatti in cui risaltano i nuotatori che guardano immobili e con espressione disinvolta l’obiettivo, malgrado l’ardua posizione che sono stati costretti a mantenere, che li ha visti impegnati a restare bloccati e in apnea per alcuni minuti. Scrive Emanuela Nobile Mino “Pervase da una teatralità squisitamente metropolitana e da un senso del glamours che sembra recuperare il pathos poetico della scultura, le immagini di Vogel strappano alla quotidianità la propria vocazione al movimento, per tornare a celebrare i semplici rituali della vita congelandoli nella staticità ornamentale dei statuari”.

by Simona Cresci

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