Bruna Roccasalva su Furla Series

14 Settembre 2017

Prodotto da Fondazione Furla e curato da Bruna Roccasalva e Vincenzo de Bellis, Furla Series è un progetto che coinvolge istituzioni artistiche e artisti italiani e internazionali in mostre ed eventi. La prima edizione intitolata “Time after Time, Space after Space” – in partnership con il Museo del Novecento di Milano – inaugura il 21 settembre con “Simone Forti. To Play the Flute”, una selezione di performance dell’artista italoamericana che per tre serate attiverà la Sala Fontana. La programmazione di questo capitolo iniziale, oltre a Forti, prevede gli interventi performativi di Alexandra Bachzetsis, Adelita Husni-Bey, Paulina Olowska e Christian Marclay che si alterneranno a cadenza bimestrale, sempre nel contesto della Sala Fontana.

Come nasce Furla Series #01 e come mai avete privilegiato la performance?

È importante precisare che il formato e il tema di “Time after Time, Space after Space” sono stati appositamente pensati per questa prima edizione di Furla Series, i cui futuri appuntamenti avranno formati di natura diversa. La produzione di progetti in partnership con altre istituzioni ci porta a lavorare all’interno di situazioni ogni volta diverse che sono, inevitabilmente, uno dei punti di partenza nell’ideazione stessa del progetto.
Nel caso di Furla Series #01 l’idea di sviluppare un programma sulla performance nasce da fattori legati alla specificità del Museo del Novecento, partner dell’iniziativa. Siamo partiti da una riflessione sulla collezione, dal Futurismo a Lucio Fontana, cui è dedicato l’intero ultimo piano dell’Arengario. La natura degli spazi espositivi si prestava a degli interventi dal carattere più fluido e Sala Fontana, con la Struttura al Neon per la IX Triennale di Milano (1951), ci è sembrata da subito un palcoscenico d’eccezione per un ciclo di performance, interessante elemento di congiunzione tra passato e presente. A queste ragioni si aggiunge anche quella di riflettere su questioni specifiche, come la conservazione o il reenactment di pezzi storici, la tutela della loro identità e integrità e le modalità di trasmissione alle generazioni future.

Furla Series #01 prevede anche un ricco programma di attività divulgative. Com’è strutturato?

Nella consapevolezza di quanto l’educazione e l’accessibilità all’arte, contemporanea e non solo, sia una questione centrale per qualsiasi istituzione, abbiamo voluto che una parte integrante di “Time after Time, Space after Space” fosse un programma pubblico e di attività educative finalizzate alla creazione di un contatto più diretto tra i contenuti e i visitatori. Il programma sarà distribuito lungo un ampio arco temporale che va da settembre a maggio con un ricco e vario calendario di attività: visite guidate per adulti, un workshop per le scuole elementari e medie ideato dallo Studio Fabio Mauri, un progetto didattico indirizzato agli adolescenti, conferenze sulla performance, una serata di proiezioni dedicata ad alcuni archivi storici e workshop con artisti.

Furla Series vede la collaborazione di soggetti privati, pubblici e indipendenti: un’alleanza piuttosto rara in Italia, che con Peep-Hole avete già sperimentato in molte occasioni. Come dialogano realtà così diverse?

Ognuna di queste realtà ha una natura profondamente diversa e non nascondiamo le inevitabili complessità di ordine pratico e burocratico soprattutto, che un simile sodalizio implica. La sfida è trovare obiettivi condivisi per sperimentare una proficua pratica di collaborazione tra pubblico e privato, che vada aldilà della semplice sponsorizzazione e si sviluppi invece come una vera e propria forma di progettualità condivisa.
In questi anni, come Peep-Hole, abbiamo lavorato con l’obiettivo di incrementare attraverso la nostra attività espositiva la scena dell’arte contemporanea in Italia, e il lavoro con Fondazione Furla proseguirà in questa direzione.
Inoltre Peep-Hole non è stato soltanto uno spazio espositivo, è stato un importante esperimento in termini di realtà istituzionale. Ci piace pensare questa nuova esperienza come un’evoluzione della precedente, un modo nuovo per continuare a interrogarsi sul ruolo dell’istituzione d’arte e sperimentare modelli operativi che possano suggerire nuove direzioni.

Qualche anticipazione per Furla Series #02?

Stiamo già lavorando da un anno anche alla seconda edizione, che si svilupperà in un formato completamente diverso e sarà realizzata in partnership con un’altra istituzione milanese. Il progetto, previsto per settembre 2018, consiste in una mostra personale che presenta nuove produzioni insieme a lavori esistenti di un artista internazionale che non ha mai esposto in Italia.

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