“Gianfranco Baruchello: Incidents of Lesser Account” è la prima personale dell’artista nel Regno Unito. Curata da Luca Cerizza presso Raven Row a Londra, la mostra si sviluppa su tre piani e copre un arco temporale che va dal 1959 al 2017, anni in cui l’artista ha sperimentato tecniche e materiali diversi: acrilici, smalti e chine su carta, alluminio e plexiglass, collages, scatole, sculture, film e video.
Il titolo della mostra è mutuato dal dipinto Incidenti di minor conto (1970) e potrebbe essere considerato un descrittore, sia di quello che accade sulla superficie delle opere, sia di quello che provocano in chi le guarda. Baruchello infatti realizza intricati assemblaggi di immagini-idee, ricettacoli di associazioni che diventano mappe, e contestualmente “spedi[sce] particelle di emozioni”, come afferma in un’intervista con Miriam Mirolla per Flash Art Italia no. 266, ottobre – novembre 2007.
Su un fondo monocromatico, quasi sempre bianco, sono distribuite figure in scale diverse, tra cui brani di corpi umani, arlecchini, pezzi di terra, coltelli, automobili, lampadine, occhiali e castelli. Intorno vengono costruite infrastrutture che collegano/scollegano: parole illeggibili, stralci di discorsi, frecce, linee, fiumi e scaffalature. Che tali figure siano disegnate o che siano oggetti e immagini trovate, i loro contorni sono spesso resi o sostituiti con un tratteggio – un espediente grafico che rende incerta la consistenza di ciò che si sta guardando.
La mostra sottolinea efficacemente la libertà con cui Baruchello unisce figure e parole, come nel caso dei personaggi-lettera biomorfi in Primo alfabeto (1959-62) o dei tre sommergibili russi che esplodono in La piena dei sentimenti sembra indicare la prossima fine dei sentimenti in piena (1972), le cui torrette di controllo sono torsi umani ermafroditi.
La loro equivalenza ontologica si ritrova nell’utilizzo simultaneo da parte di Baruchello di tecniche e media diversi, come per il disegno-collage-dipinto su cartone Limbic contrabassoon (1967), realizzato per la serie “Dieci trasmissioni televisive per cameraman sprovvisto di potere” (1967). Il fatto che l’artista consideri un disegno al pari di una trasmissione televisiva enuncia la possibilità di un’immagine “in movimento”.
Tale idea, quella cioè di una “azione-da-morto” – per usare il titolo di un’opera dello stesso anno – incontra il cuore frankenstaniano della pratica di Baruchello, cioè il montaggio. Questa operazione diagramma una modalità di produzione non genealogica che l’artista rende programmatica a partire dal film Verifica incerta (Disperse Exclamatory Phase) (1964-1965), realizzato in collaborazione con il regista Alberto Grifi assemblando frammenti di b-movie hollywoodiani secondo il criterio dell’analogia. Il risultato è un archivio anarchico di gesti di cui viene testata la potenzialità narrativa. Anche qui, Baruchello seziona morfologie e analizza meccanismi, con lo scopo di verificarne la possibilità di incidenti, di glitch, ovvero quei momenti di serendipità computazionale che generano chimere.