Nei mesi scorsi, nella ricorrenza dei cento anni trascorsi dalla nascita di Ettore Sottsass, e (simultaneamente) a dieci dalla sua morte, mostre, giornate di studi e pubblicazioni sono spuntate in ogni angolo del pianeta. Il Metropolitan Museum di New York ha dedicato all’architetto e designer italiano un’ampia retrospettiva, sondando le influenze delle culture orientali nel suo immaginario; e similmente ha fatto la Triennale di Milano, in un’emozionante percorso tra l’eterogenea produzione sottsassiana, a cura della seconda moglie del designer, la critica Barbara Radice. In particolare, la mostra della Triennale ha contribuito a rendere noti al grande pubblico un corpus di scritti inediti di Sottsass, riflessioni sul mondo degli oggetti e intorno alla loro progettazione, di cui Adelphi ha raccolto un primo nucleo nel volumetto Per qualcuno può essere lo spazio (a cura di Matteo Codignola).
Se le mostre possono dare un assaggio dell’universo Sottsass, e gli scritti invitano a (ri)leggerlo tra le righe, la nuova edizione della monografia Phaidon, a cura di Philippe Thomé (per ora solo in inglese) si pone come bibbia dell’arte, del design, dell’architettura a sua firma. Il volume è costituito da cinquecento pagine che, cronologicamente, ripercorrono le prime sperimentazioni d’arte astratta nelle file del Movimento d’Arte Concreta; i prodotti sviluppati per la Olivetti (il calcolatore Elea 9003 gli varrà il Compasso d’Oro nel 1959); l’ambiente modulare (e squisitamente “radicale”) creato per la seminale mostra del MoMA “Italy: The New Domestic Landscape”; la fondazione del collettivo Memphis, episodio seminale nel consolidamento e diffusione del design postmoderno; le tarde architetture monofamiliari (l’abitazione del gallerista Bruno Bischofberger) e le infrastrutture (l’aeroporto di Milano Malpensa) – il tutto organizzato per linguaggi e stili in modo da poter navigare anche trasversalmente la vastità dei progetti raccolti nel volume. Dettagliate informazioni biografiche e numerose riproduzioni dei quaderni di schizzi di Sottsass, compendiano questa testimonianza d’instancabile creatività.