Alighiero Boetti Palazzo Mazzetti / Asti

11 Giugno 2018

“Perfiloepersegno” è l’illuminante titolo della mostra di Alighiero Boetti realizzata ad Asti dalla Fondazione Palazzo Mazzetti, nata da un’idea di Maria Federica Chiola, e curata, con una partecipazione affettiva pari all’acume critico, da Laura Cherubini.
La scelta delle opere, che interagiscono con le architetture e gli arredi del palazzo, è focalizzata sulle due più famose direttrici del lavoro dell’artista, tra loro fortemente interconnesse: la serie dei ricami e degli “arazzi” (nati dalle esperienze compiute nei viaggi nell’amato Afghanistan), e quella delle “biro”. Frutto della riflessione di Boetti sulle analogie e le diversità tra la tradizione occidentale e quella mediorientale, e sulla necessità della spersonalizzazione e della coralità nell’esecuzione dell’opera d’arte, il tratto fitto e ripetitivo prodotto dai suoi assistenti con la penna a sfera e il paziente lavoro delle ricamatrici afghane sono infatti concepiti l’uno come il corrispettivo dell’altro in due condizioni culturali differenti.
I “segni” più precoci sono rintracciabili in un disegno Senza titolo firmato e datato 1964, che ci offre la curiosità di un Boetti poco più che ventenne che sperimentava così di propria mano varie possibilità di tratteggi a matita. Possiamo inoltre vedere il primissimo ricamo fatto fare da Boetti, questo realizzato, per così dire, in casa: Territori occupati (1969), una mappa della Palestina eseguita a punto croce su un telaio circolare.
Ci addentriamo in un universo in cui dominano l’ossessione per lo scorrere del tempo e la passione per la numerologia, animato da griglie combinatorie, cabale numeriche, alchimie di cifre e di caratteri grafici. Titoli (1978), un grande arazzo alfabetico in monocromo bianco, spicca per dimensioni e per le inusuali tonalità argentine e madreperlacee del ricamo.
La rassegna è chiusa idealmente dall’ultima opera di Boetti, concepita nel 1994, anno della sua scomparsa, un grande tappeto in cui si sovrappongono, come in un rapinoso e conclusivo riepilogo, con motivi grafici che si sviluppano per escrescenze speculari lungo un asse centrale, tutti i temi e tutte le passioni della sua straordinaria avventura artistica.

Cerca altri articoli

Recensioni