In Via Roma 398 a Palermo si trova lo storico Grand Hotel et des Palmes. Qui hanno soggiornato artisti, letterati e musicisti del calibro di Guy de Maupassant, Richard Wagner e Oscar Wilde; ed è qui che – nella stanza 224 – è stato trovato privo di vita il corpo dello scrittore francese Raymond Roussel, la mattina del 14 luglio 1933.
Il caso, all’apparenza di facile archiviazione visto il massiccio uso da parte dello scrittore di barbiturici e il suo precedente tentativo di suicidio presso il medesimo albergo qualche giorno prima, attrae l’attenzione di Leonardo Sciascia che scrive l’importante libello Atti relativi alla morte di Raymond Roussel (pubblicato per la prima volta nel 1971). Nonostante lo stile da inchiesta e il tentativo di riportare in maniera oggettiva i fatti attraverso la trascrizione di testimonianze e telegrammi ufficiali, lo scrittore siciliano altro non fa che evidenziare le contraddizioni e alimentare l’aura di mistero che avvolge la figura di Roussel, tra i più eccentrici e innovativi scrittori del secolo scorso, non per nulla definito da Louis Aragon il Presidente della Repubblica dei sogni.
In occasione del grande omaggio che Luca Trevisani dedica a Roussel attraverso la creazione di uno scrigno immaginifico, vivo e labirintico all’interno dell’Hotel delle Palme, dal semplice titolo “Raymond” – tra i vincitori del secondo bando dell’Italian Council e tra i migliori eventi collaterali di Manifesta 12 – non poteva mancare anche un libro, edito da Humboldt e presentato al Grand Hotel durante i giorni inaugurali della biennale europea itinerante. Non si tratta di un catalogo perché “Raymond” non è una mostra. Via Roma 398 Palermo è, piuttosto, un “viaggio su carta non lineare” in cui lo scritto di Leonardo Sciascia, per la prima volta pubblicato in inglese, introduce una serie di fotografie in bianco e nero e a colori, a firma di Trevisani che hanno il sapore di documenti d’archivio, di quelli allegati, appunto, alle inchieste investigative, di quelli non autoriali e impolverati da un tempo che scatena un’incurabile curiosità voyeuristica. Dettagli dell’hotel, delle stanze, delle parti oggi non più usate dell’albergo, delle stesse opere realizzate dai trenta artisti invitati a Raymond da Trevisani e Olaf Nicolai, sono trattate con la stessa patina di mistero che avvolge Roussel.
Inoltre, per chi ha avuto modo di visitare “Raymond” ma non di poter vedere tutte le opere realizzate perché in maggioranza dedicate agli spettatori inconsapevoli, ossia agli ospiti dell’hotel, il libro Via Roma 398 Palermo dona un qualche elemento in più. Nella terza e ultima parte del libro sono pubblicati, infatti, alcuni interventi fruibili solo agli abitanti casuali dell’hotel; un esempio fra tutti il testo delle storie di Francesco Cavaliere ispirate ai mosaici di Leonardo Pivi che si possono sentire, ogni tanto, di mattina, nella sala degli specchi del Grand Hotel.
Che l’intento di Trevisani con “Raymond” fosse quello di creare una possibile “Repubblica dei Sogni” lo dimostra il libro d’artista allegato a Via Roma 398 Palermo dove sono ritratti, in notturna, i corpi dormienti degli artisti invitati al progetto, in quegli ambienti dove Roussel perse la vita e Trevisani dà origine alla sua Dream Republic.