Fondazione Prada presenta Finite Rants, una serie di 8 saggi visuali online

29 Giugno 2020

Fondazione Prada presenta dal 25 giugno 2020 sul proprio sito web e sulle piattaforme social il progetto online “Finite Rants” curato da Luigi Alberto Cippini e Niccolò Gravina. “Finite Rants” è costituito da una serie di 8 saggi visuali proposti a ritmo mensile e commissionati da Fondazione Prada a cineasti, artisti, intellettuali e studiosi. I primi autori coinvolti sono il regista e scrittore tedesco Alexander Kluge, il fotografo giapponese Satoshi Fujiwara, il regista francese Betrand Bonello e l’economista svizzero Christian Marazzi.
Come sostiene il regista d’avanguardia Hans Richter nel 1940, il film o video saggio è una forma espressiva capace di creare “immagini per nozioni mentali” e di “ritrarre concetti”. Partendo dalle idee di Richter, alcuni teorici successivi individuano dei tratti specifici nel video essay, come la libertà creativa, la complessità, la riflessività, l’attraversamento dei generi cinematografici e la trasgressione delle convenzioni linguistiche. “Finite Rants” intende testare la versatilità del saggio visuale nell’esprimere il pensiero attraverso le immagini e dimostrare la sua attualità nella produzione visiva contemporanea. Secondo i due curatori, “il progetto approfondisce le intuizioni di Richter partendo dal presupposto che, a causa della naturale condizione evolutiva del fatto cinematografico e della sua contaminazione con forme di informazione, materiale visuale e distribuzione capillare dei supporti di Image Capture, oggi sia più che mai necessario ricercare ciò che si può definire come Formatless Dogma, a supporto di una produzione visuale senza restrizioni.”
Le radici estetiche e teoriche di “Finite Rants” sono rintracciabili nell’opera La Jetée (1962) dell’autore francese Chris Marker. Definita dal suo creatore “photo-roman”, La Jetée è descritta dalla voce narrante presente nel cortometraggio come “la storia di un uomo ossessionato da un’immagine della sua infanzia”. Secondo lo scrittore J.G. Ballard, “questo film strano e poetico, un misto di fantascienza, favola psicologica e fotomontaggio, crea nei suoi modi peculiari una serie di immagini bizzarre dei paesaggi interiori del tempo”. Gli autori di “Finite Rants” sono quindi stimolati a confrontarsi con un modello radicale di sperimentazione cinematografica come La Jetée, un racconto frammentario e dispersivo, costituito da un’unica breve sequenza filmica e una successione di fotogrammi statici, che mette in discussione l’idea stessa di cinema, inteso come un insieme di immagini in movimento.
A seguito di un processo di collaborazione creativa tra gli autori e Fondazione Prada, i contributi visivi ospitati in “Finite Rants” analizzano questioni sociali, politiche e culturali emerse nel nostro presente e normalmente affrontate dai mezzi d’informazione con un approccio documentaristico. Attraverso la realizzazione, il montaggio e la post-produzione di immagini e materiali visivi grezzi, eterogenei e di diversa provenienza, gli autori sono in grado di esprimere visioni e poetiche personali che coinvolgono lo spettatore in un ruolo attivo e riflessivo. “Finite Rants” si inserisce in un momento storico di crisi dell’industria cinematografica tradizionale e di proliferazione di strumenti digitali che registrano il reale con uno sguardo apparentemente neutro e meccanico. Questo progetto si interroga sulle attuali dinamiche di produzione, distribuzione e ricezione delle immagini, tentando di inventare nuovi modi di scrivere o riscrivere la realtà da una prospettiva soggettiva e volutamente parziale, praticando un genere marginale e ibrido come il video essay.
Seguendo un metodo che gli autori paragonano a un processo alchemico, Satoshi Fujiwara e Alexander Kluge, con il loro saggio visuale Warewolves Playoffs, attivano una sperimentazione che supera i confini esistenti tra cinema e fotografia. Azioni di aggressione, isolamento e accumulazione delle immagini creano una nuova narrativa che investe le nozioni di tempo, velocità e trasformazione. In opposizione all’opera di Marker, dove la potenza della memoria è fissata nel fotogramma, nel video essay di Fujiwara e Kluge le immagini sono decontestualizzate, decostruite e stratificate per dare vita a un’atmosfera dark estranea agli standard del cinema tradizionale, in un’ottica di collaborazione a distanza che vede il fotografo sperimentale giapponese cimentarsi per la prima volta con il formato video, rielaborando elementi e filmati originali del regista tedesco.
In una personale rilettura della contemporaneità europea, il regista Betrand Bonello rielabora gli ultimi minuti della sua pellicola del 2016 Nocturama che documenta le operazioni logistiche e l’organizzazione di attentati terroristici a Parigi da parte di un gruppo di adolescenti. Il progetto di Bonello si configura come un ideale intervento di sfida ai canoni del cinema d’essai, vero e proprio genere e soglia produttiva dell’industria cinematografica francese. A partire da Où en êtes-vous?, video commissionato dal Centre Pompidou nel 2014 e pensato come una lettera rivolta alla figlia allora undicenne, il regista realizza un nuovo lavoro. Per “Finite Rants” produce un saggio visuale dal titolo Where are you now? (Number 2), alterando la sequenza finale di Nocturama e modificando completamente la colonna sonora, come un remix o una sorta di sound recut, attraverso archivi sonori, nuova musica, silenzi e caos, come se questo video essay fosse una seconda lettera scritta per la figlia ormai diciasettenne.
All’interno di un’immaginaria trasmissione informativa paneuropea, Christian Marazzi affronta temi legati ai risvolti economici, finanziari e sociali dell’attuale emergenza sanitaria, come la gestione dei debiti pubblici e privati, le oscillazioni dei mercati finanziari e i conflitti sociali. Nel suo saggio visuale l’ambientazione, gli interventi visivi e sonori enfatizzano il valore ambivalente del discorso economico, in grado di prevedere e anticipare gli scenari futuri o, all’opposto, di generare possibili errori di valutazione. La variazione continua di queste previsioni innesca nel racconto filmico una riflessione sulla rappresentazione grafica degli andamenti economici e delle relative metodologie di lettura dei dati, capaci di influenzare il dibattito economico e le scelte politiche.

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