Sadie Coles HQ accoglie nuove sculture e nuovi dipinti di Ugo Rondinone, in cui l’artista, continuamente ispirato dal mondo della natura, rende soggetti come i cavalli, il mare e il cielo strumenti per la contemplazione spirituale. La mostra, che in Inghilterra coincide con la fine del lockdown, si disloca in entrambe le sedi londinesi della galleria e affronta temi come il tempo, la natura, il rinnovamento e la psiche, sia come parti individuali, sia come un insieme eclettico.
Nella sede di Kingly Street, Ugo Rondinone mette in scena quindici sculture di cavalli realizzate in vetro blu. Leggermente più piccola rispetto alle dimensioni di un cavallo reale, ogni scultura è caratterizzata da due diverse tonalità trasparenti di blu – divise orizzontalmente, così da dare l’idea di una linea d’orizzonte che percorre tutta la silhouette dell’animale. In questo modo, la forma del cavallo è allo stesso tempo parte del paesaggio marino e di quello naturale, cornice eterea e rappresentazione corporea. Ugo Rondinone ribalta la formula tradizionale con la quale un corpo sta all’interno di un paesaggio, portando il “paesaggio” all’interno dei confini di un corpo, suggerendo l’esistenza un microcosmo. Realizzando quindici statue, l’artista moltiplica questo concetto e crea un paesaggio più vasto e tridimensionale di forme che si ripetono.
Le sculture di Ugo Rondinone rappresentano le stesse idee di spazio, tempo e natura che spesso ricorrono nella sua produzione pluridecennale. Ogni oggetto racchiude in sé i quattro elementi: acqua, aria, terra (connotata dal corpo del cavallo) e fuoco (cristallizzato nella sostanza del vetro cotto). La forma del cavallo come una sorta di capsula viene contrastata dalla sua stessa allusione a uno spazio senza limiti. Ogni scultura, inoltre, si proietta verso l’esterno, oltre i suoi confini vitrei, sprigionando una luce blu che investe tutta la galleria. In questo modo, le sculture diventano dei prismi che alterano lo spazio circostante – creando un “paesaggio di luce” di diverse tonalità di blu. All’interno di questo paesaggio, la presenza fisica dello spettatore – verticale, opaca e mobile rispetto ai cavalli fantasmagorici – prova sollievo.
L’incontro tra il mare e il cielo è il soggetto del dipinto che si trova nel retro della galleria, nel quale un sole nascente o calante (o forse una luna) incombe oltre la linea dell’orizzonte. La semplice collocazione degli elementi – ottenuti attraverso la tecnica dell’acquerello sulla tela – richiama i disegni schematici di altre serie di lavori di Ugo Rondinone: da “Horizons”, che presenta una stratificazione di linee orizzontali, a “Suns” e i suoi cerchi concentrici. In un’ulteriore eco della sua prima produzione, il titolo del dipinto è una composizione di parole che si riferisce alla data della sua realizzazione. L’atemporalità è data da una datazione precisa, e il dipinto si configura come uno spazio mentale da scoprire.
Nella sede di Davies Street, Ugo Rondinone presenta quattro dipinti multi-parte che ripropongono in due dimensioni le sculture di Mountains. Ogni dipinto riduce la formula delle pietre dipinte e impilate in tre tele sagomate – sistemate verticalmente e dipinte in singole tonalità brillanti. Questi quadri mettono in scena un’ambiguità – tra la forma scolpita e la superficie pittorica – che era centrale nella serie di sculture di Mountains. Il contorno sagomato di ogni tela (che suggerisce un volume monolitico) è compensato dalla piattezza della sua pigmentazione – la tempera a olio è applicata rapidamente, con ampi colpi di pennello, alla superficie che sembra quasi intonacata.
Nelle loro superfici dure e brillanti, i nuovi dipinti di Ugo Rondinone sono l’esatto contrario dei suoi nuovi acquerelli, in cui il pigmento viene assorbito dal tessuto del supporto creando molteplici strati. Al piano superiore, un ciclo di piccoli acquerelli ripete e moltiplica la forma di un corpo celestiale che fluttua sopra il mare calmo – i colori variano per evocare una panoplia di albe e tramonti, o forse delle lune crescenti o calanti. I dipinti esprimono il dualismo del tempo diurno (il ciclo di ventiquattro ore) e il tempo cosmico. Probabilmente suggeriscono la capacità di queste moltitudini separate di confondersi insieme, catturando il modo in cui – usando le parole di Virginia Woolf – “Un’ora, una volta alloggiata nell’elemento strano dello spirito umano, può essere allungata a cinquanta o cento volte la sua lunghezza di orologio; d’altra parte, un’ora può essere rappresentata accuratamente dall’orologio della mente di un secondo”.