FMAV – Fondazione Modena Arti Visive è lieta di presentare la mostra “The Quintessence”, un progetto dell’artista italiana Pamela Breda (1982), che si terrà dal 16 luglio al 22 agosto 2021 presso gli spazi di MATA, sede espositiva di FMAV.
The Quintessence è tra i vincitori della settima edizione del bando Italian Council, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per la valorizzazione dell’arte italiana nel mondo. Il progetto, che vanta una importante rete internazionale di partner tra l’Europa e gli Stati Uniti, è realizzato dalla Kingston University di Londra in partnership con FMAV Fondazione Modena Arti Visive, che al termine acquisirà le opere prodotte nelle proprie collezioni.
La mostra, curata da Daniele De Luigi, racconta attraverso video, fotografia, materiale d’archivio ed installazioni site-specific, gli spazi ed i laboratori finalizzati allo studio delle leggi fondamentali dell’universo, dal microcosmo della fisica quantistica al macrocosmo del multiverso. In questi centri, come il Boulby Underground Laboratory, Paris Observatoire, lo Smithsonian Astrophysical Observatory sono conservati archivi di immagini e dati relativi allo sviluppo della ricerca scientifica dal passato fino ad oggi, e si realizzano esperimenti che sfidano i limiti della nostra immaginazione, al fine di trovare risposta ad alcune delle più complesse domande riguardo alla struttura dell’universo. Indagando le dinamiche umane, con i loro limiti e condizionamenti, che portano allo sviluppo teorico della fisica e dell’astrofisica, “The Quintessence” opera nell’area di attrito tra la visione antropocentrica della realtà e la fede nell’obiettività della conoscenza scientifica.
La mostra si apre con The Quintessence (69’, 2020), un film che analizza la produzione di conoscenza scientifica in diversi centri di ricerca astrofisica in Europa e negli Stati Uniti, attraverso una serie di visite site-specific sviluppate dall’artista nel corso di tre anni. Il titolo fa riferimento alla teoria classica secondo cui l’universo è costituito da quattro elementi – acqua, aria, fuoco e terra – tenuti assieme da un quinto elemento, invisibile ed allo stesso tempo onnipresente, chiamato “quinta essenza”.
Nella seconda sala, Away from Here è una installazione site-specific prodotta con immagini raccolte attraverso archivi fisici e digitali, atlanti stellari e pubblicazioni scientifiche. Le immagini – elaborate in diverse epoche storiche – rappresentano diversi momenti legati all’osservazione ed esplorazione dell’universo e le diverse narrazioni originate da molteplici modi di osservare lo spazio interstellare. Gli sforzi umani per analizzare i misteri dell’universo assumono i connotati di una narrativa epica e leggendaria.
The Beyond (7’, 2018) è una installazione a doppio schermo concepita come proiezione ambientale. In esecuzione contemporaneamente, i due schermi presentano rari filmati d’archivio degli anni Cinquanta e Sessanta di astronauti che si addestrano per missioni spaziali. L’opera riflette sulle implicazioni materiali, filosofiche ed etiche dell’esplorazione dello spazio.
La serie di collage Heavenly Bodies è prodotta con immagini raccolte attraverso ulteriori ricerche d’archivio: combinazioni visive contrastanti riuniscono vecchie e nuove pratiche di osservazione del cielo. Fotografie di scienziati che calibrano strumenti e conducono esperimenti di alta precisione sono combinate con immagini di antichi riti che evocano il dramma cosmico di divinità e forze primigenie che dominano i cieli e decidono il destino degli umani sulla Terra.
Into the Night, infine, è una serie di stampe fotografiche ricavate da lastre di vetro scoperte nella Harvard Astrophotographic Collection della Harvard University (USA). Le immagini sono state stampate su carta fotografica e successivamente riscansionate al fine di generare immagini uniche e multilivello, in cui molteplici rappresentazioni dello spazio esterno si stratificano come sedimenti archeologici.