Almanac Inn presenta “Perdix”, una personale di Helena Hladilova. Il nuovo corpus di lavoro in mostra è costituito da una serie di sculture in marmo e bronzo che raffigurano delle metamorfosi.
Le scene descrivono i cambiamenti e le trasformazioni di corpi e figure umane, animali, vegetali e minerali richiamando temi, motivi e tecniche dell’arte classica, ma animate da visioni e scenari ideate dall’artista riflettendo sulla maternità e su come il racconto – passando tra mito, realtà e fantasia – possa essere un modo per immaginare e pensare nuove condizioni o possibilità vissute nella quotidianità.
Le storie raffigurate nei lavori sono state inventate e raccolte da Helena negli anni in cui ha dedicato il suo tempo ai suoi figli, smettendo di produrre e fare mostre. vivendo ed esplorando il loro mondo pieno di favole, giochi e mondi immaginari, Helena si è inoltrata in questo universo fantastico, parallelo a quello degli adulti. Le scene riproducono creature ibride riuscendo però a cogliere e parlare dell’umano, come nella mitologia classica. Queste favole della buona notte rispecchiano la capacità delle storie di folklore, trasmesse da generazione in generazione, di far perdere traccia di quando finisce il fantastico e quando si ritorna nel reale. È un immaginario che cerca di collegare la sfera domestica e familiare a quella sociale e lavorativa. Sono storie che parlano della necessità di doversi reinventare e riadattare a nuovi condizioni e circostanze. dove l’umano e le diversità sono impreziosite da incontri e traiettorie, condivise ed inaspettate; dove il multispecie rappresenta un modo per ripensare il reale, per creare disordine o ricostruire luoghi di quiete, per una rinascita o la sopravvivenza.
Queste metamorfosi di personaggi, al contempo antichi e appena nati, creature ibride, unioni di piante, materia, animali e umani, generano parentele – making kin – come dice Donna Haraway – necessarie, assieme all’esercitare premura verso l’altro, per un cambiamento: “bisogna essere presenti nel mondo
in quanto creature mortali interconnesse in una miriade di configurazioni aperte fatte di luoghi, epoche, questioni e significati”.