Martine Syms “Neural Swamp” Fondazione Sandretto Re Rebaudengo / Torino

2 Dicembre 2021

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dal 5 novembre al 30 gennaio, presenta una nuova installazione di Martine Syms, assegnataria della seconda edizione della Future Fields Commission in Time-Based Media, conferita all’artista congiuntamente dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal Philadelphia Museum of Art. Intitolata Neural Swamp, l’opera di Syms sarà in mostra alla Fondazione, e successivamente sarà presentata al Philadelphia Museum of Art, dove aprirà a primavera 2022.

Martine Syms lavora con film, performance, installazione e produzioni editoriali; le sue opere esplorano le rappresentazioni del corpo nero femminile nello spazio digitale e il senso di frammentazione e performatività che caratterizzano la cultura al tempo di internet e dei social media. Attraverso l’oscillazione continua tra immagine fissa e in movimento, cinematico e quotidiano, monologo e ensemble, i suoi lavori svelano i modi in cui l’identità è oggi costruita, esibita, confezionata e consumata. La nuova opera in mostra si fonda sull’interesse di Syms verso la proliferazione, circolazione e fruizione delle immagini, così come sulla sua costante ricerca intorno ai sistemi tecnologici che cancellano o rendono invisibili i corpi, le voci e le narrazioni nere.
Neural Swamp è una installazione immersiva che vede protagoniste tre entità: Athena, Dee e la narratrice. Ciascuna appare su un monitor o su uno schermo, le loro immagini si proiettano sulla superficie espositiva, invadono lo spazio insieme alle loro voci, impegnate nella lettura di un copione che è generato in tempo reale da un software AI di scrittura. Anche le voci delle protagoniste sono prodotte da una intelligenza artificiale, che l’artista ha sviluppato e addestrato sulla base della propria voce e di quelle di due attrici famose. Il modello di generazione di testo produce le parole e la sceneggiatura in progress che le attrici interpretano attraverso queste voci artificiali. I personaggi interagiscono, ma le loro voci definiscono più una distanza che una relazione.
Lo spazio espositivo è concepito come una esperienza immersiva in cui si rispecchiano elementi della narrazione video, con particolare riferimento al mondo dello sport, cui appartiene il personaggio di Athena, ex campionessa di golf. Attrezzature per allenamenti ginnici fanno da supporto ai dispositivi video, mentre l’ambientazione ricorda un campo da golf o una tenso-struttura sportiva. Il pubblico esplora così uno spazio ambiguo tra interno ed esterno, artificiale e reale, umano e non umano.

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