Talia Chetrit kaufmann repetto / Milano

13 Gennaio 2022

kaufmann repetto è lieta di presentare una mostra personale di Talia Chetrit.

La selezione delle fotografie per la sua sesta mostra con la galleria indica una nuova prospettiva: il passaggio da una pratica perlopiù autoreferenziale a un più contemplativo intervento autoriale. Riflettendo con attenzione sull’onnipresenza delle immagini nell’epoca digitale, Chetrit indaga la relazione tra fotografo e soggetto, e l’impatto del tempo sulle qualità narrative di un’opera.

In mostra sedici opere, suddivise in fotografie in bianco e nero e a colori. Se quest’ultime sono state realizzate nel 2021 o poco tempo prima, quasi tutte le fotografie in bianco e nero risalgono agli anni Novanta, all’adolescenza dell’artista. Sebbene immagini d’archivio siano già apparse in mostre precedenti, questa volta Chetrit compie la sua selezione con un nuovo approccio, passando in rassegna ventisette anni di produzione di immagini, comprimendo il tempo senza costrizioni. Alcune costituiscono i primi esempi della sua staged photography (come Murder Picture #6 o la natura morta Butterfly), altre sperimentano con la ritrattistica, come Angel e Raver and Hippie. Dopo aver recuperato questi materiali d’archivio, l’artista ha editato, modificato e stampato le opere in vista della mostra. Gli interventi intenzionali fatti sui materiali riattivano le immagini in modo che possano esprimere le tematiche oggi più significative per l’artista. Persone a lei vicine – familiari, compagni e amici (già presenti nelle prime opere di Chetrit) – riemergono anche nelle immagini più recenti. Due colori primari – il rosso e il blu – pervadono tutte le fotografie a colori in maniera intrigante: nello scatto d’interno Bathroom, nei ritratti della madre che sfoggia un outfit ambiguo, nella splendida composizione surrealista di Coat Rack. Fotografa e soggetto coincidono soltanto in due delle immagini in mostra: nel ritratto Teenager/Self-portrait (1996) e in New, un primo piano del basso ventre dell’artista che rivela una cicatrice medicata, risultato del parto cesareo affrontato da Chetrit nel 2019 per dare alla luce suo figlio. Il tema del tempo viene argomentato anche in Daphne Nails, qui rappresentata come bambina, mentre in mostre precedenti dell’artista l’abbiamo vista ritratta come teenager.

Il significato delle opere realizzate da un’adolescente Chetrit è cambiato nel corso del tempo, attraverso la ricontestualizzazione del lavoro. Riunire immagini fatte nel corso di più di due decenni indica che l’interpretazione non si limita al momento in cui l’immagine è stata fatta, ma che è anche possibile un suo svelarsi nello spazio liminale dell’atemporalità.

Ciò che Talia Chetrit ci chiede è di guardare la fotografia.

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