Ilaria Vinci “Iris IV: Our Last Best Hope” Plymouth Rock e Longtang / Zurigo

24 Marzo 2022

Iris è come l’eroe di un franchise epico, la protagonista assente di una saga che si divide in due mostre, presso Plymouth Rock e Longtang, entrambi a Zurigo. Nel gigantesco diorama di Plymouth Rock, in parte giocattolo e in parte palcoscenico, Iris ricerca qualcosa. I libri sono accatastati nel cosmo, un globo desertico e ghiacciato, macchiato di mari desiderabili, siede al centro dello spazio, e una collezione di macchine extraterrestri è conservata in gigantesche brocche di vetro. Gli armadi delle meraviglie conservano bottiglie impossibile da secoli, ma è stato solo quando la civiltà ha iniziato a produrre rifiuti, vetro incluso, che la nave nella bottiglia è diventata un classico della cultura vernacolare.

L’opera di Ilaria Vinci, parzialmente e integralmente, è tecnica, ampia per classe e concetti, e pervaso da una fede nel potere delle verità nascoste allo scoperto.
Recentemente, è diventato un cliché che negli ultimi decenni si guardi sempre più spesso alla fantascienza e al fantasy. Ma non è sempre stato così? Non abbiamo sempre creato un riflesso di speranza a nostra immagine? Le composizioni di Vinci sono fatte di intrattenimento, letteratura, e pubblicità; l’universo come lo conosciamo viene versato in un frullatore per parlarci della realtà e delle sue possibilità. È una rappresentazione profondamente ottimista del futuro più lontano.

Iris, invisibile ma sempre in bilico, agisce sicuramente come un alter ego per l’artista e come avatar per ognuno di noi che visitiamo questi giochi visivi. Questo spazio, in cui la conoscenza viene raccolta, archiviata e salvata, è la nostra ultima e migliore speranza.

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