Sergio Sarri, “Paintings & Works On Paper”. Veduta della mostra presso Fitzpatrick Gallery, Parigi, 2022. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, “Paintings & Works On Paper”. Veduta della mostra presso Fitzpatrick Gallery, Parigi, 2022. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, “Paintings & Works On Paper”. Veduta della mostra presso Fitzpatrick Gallery, Parigi, 2022. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, “Paintings & Works On Paper”. Veduta della mostra presso Fitzpatrick Gallery, Parigi, 2022. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, “Paintings & Works On Paper”. Veduta della mostra presso Fitzpatrick Gallery, Parigi, 2022. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, “Paintings & Works On Paper”. Veduta della mostra presso Fitzpatrick Gallery, Parigi, 2022. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Al centro dell’opera di Sergio Sarri – in mostra presso la Fitzpatrick Gallery in collaborazione con Octagon, Milano – c’è un fascino impegnato per il rapporto tra uomo e macchina. Nelle sue tele, elegantemente stilizzate, Sarri realizza collage di elementi frammentari — sia umani che meccanici – creando fantasie oscure, spesso erotiche che ricordano il cinema degli anni Venti, da Metropolis di Fritz Lang (1927) al Gabinetto del Dottor Caligari (1920) di Robert Wiene. Con i colori violenti e contrasti delle sue tele, le visioni futuristiche di Sarri evocano la crudeltà di due mondi paralleli in costante attrito, in cui l’uomo è ormai subordinato alle macchine che essi stessi hanno creato.
Il realismo di alcuni elementi, con le loro superfici riflettenti e curve meticolosamente raffigurate, è giustapposta a zone interamente piane, prive di profondità. I dipinti di Sarri sono spesso composti da collage e divisi in zone alla maniera dei fumetti, senza una sequenza narrativa. I dettagli di viti, bobine e lame che costituiscono strutture metalliche, posizionano il corpo umano come un oggetto teso e fragile, controllato dal forte dominio di strutture metalliche e apparati ibridi.
Sergio Sarri, Fase 4, esecuzione, 1975. Acrilico su tela con filo di plastica, alluminio spazzolato, alluminio e inserti di pelle sintetica. 146 x 114 cm.
Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, Grande Tavolo d’Analisi II, 1971. Acrilico su tela. 132 x 117 cm. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, particolari, 1974. Stampa rotoflessografica su alluminio. 75 x 55 cm.
Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, Manometro A, 1973. Acrilico su tela. 100 x 81 cm. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, Il sogno dell’automa, 2021. Acrilico su tela. 34 x 30 cm. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri, Un’analisi antropologica, 2021. Acrilico su tela. 32 x 27 cm. Fotografia di Romain Darnaud. Courtesy l’artista; Octagon, Milano; e Fitzpatrick Gallery, Parigi.
Sergio Sarri ha studiato pittura a Berna e poi a Parigi, negli anni Cinquanta, ma fu grazie al suo primo viaggio negli Stati Uniti, nel 1965, che iniziò ad esplorare, nei suoi dipinti, le connessioni tra umanità e tecnologia, che sono rimaste tema dominante nella sua sua carriera. Per più di cinquant’anni ha proposto giustapposizioni bilanciate tra fantasia e realtà analitica, utilizzando simboli iconografici che evocano la scienza e fantascienza. La retrospettiva presso la Fitzpatrick Gallery di Parigi offre l’opportunità di scoprire (o riscoprire) Sergio Sarri, pioniere della rappresentazione del dualismo tra uomo e macchina, e il cui iconico immaginario è ancora oggi, nell’era dell’iper accelerazione, attuale.