Tim Van Laere Gallery presenta “A.R.T. IS TOTAL “FAMILY BUSINESS”!, AGRIPPINA=ARTMOTHERZ, NERO=ARTSOLDIER (CÄSAREN-ROULETTE, NO PROBLEM, YEAH),” la sesta mostra personale di Jonathan Meese da quando si è unito alla Tim Van Laere Gallery nel 2011, nonché la sua prima mostra nel nostro spazio romano.
Per la mostra personale a Palazzo Donarelli Ricci, Jonathan Meese si è ispirato alle potenti dinastie imperiali dell’Antica Roma. Presenta dipinti, disegni, sculture, manifesti e un video che trattano vari prototipi di Cesare, le loro famiglie, i loro ambienti e le loro azioni e comportamenti. Tra questi Agrippina, Nerone, Caligola, Drusilla, Commodo, Galba, Giulio Cesare, Claudio, Tiberio, il gatto di Nerone, il cane di Agrippina, Cesarione, Cleopatra, i gladiatori, ecc. L’intera mostra è Gesamtkunstwerk Italia, Gesamtkunstwerk Roma, Gesamtkunstwerk Impero Totale dell’Arte, ed è una dichiarazione d’amore all’antica storia romana. La mostra è un collage totale e Meese, come un burattinaio dell’arte, gioca con tutte le immagini e gli oggetti ponendoli in nuove relazioni.
Jonathan Meese (nato nel 1970 a Tokyo, vive e lavora a Berlino e ad Ahrensburg) è noto per la sua opera versatile, che comprende dipinti esuberanti, installazioni stravaganti e performance estatiche, scrittura e un potente corpo scultoreo in diversi media. L’opera poliedrica dell’artista suscita fascinazione attraverso una ricca e personale mitologia, carica di simboli, neologismi e metafore. Apparentemente senza sforzo, Meese riesce a distinguersi in ogni genere con un vocabolario indipendente e unico che permette alle sue opere di emanare un’energia visiva che, secondo il curatore Robert Fleck, non ha eguali dai tempi di Picasso. Tutte le opere di Meese sono accomunate da un umorismo tendente al grottesco e da una potente e originale volontà creativa. Ambedue sono guidati e sostenuti dalla ricerca di una regola dell’arte, la dittatura dell’arte, ovvero lo sviluppo di un nuovo ordine mondiale in cui l’arte sia il potere legislativo e il gioco libero il fondamento di tutta la vita e la creazione. Questo approccio utopico attraversa come un leitmotiv tutte le sue opere e riunisce le singole parti dell’opera per formare la Gesamtkunstwerk di Jonathan Meese. Esso non mira all’anarchia, ma piuttosto alla regola della necessità metabolica: “L’arte è un gioco totale”.