“Come aveva fatto la somma di tutta la presenza a trasformarsi in assenza?”
Jonathan Safran Foer
“Guardare negli occhi un coniglio” è la prima mostra personale di Aldo Sergio (Salerno, 1982), presso la galleria Tommaso Calabro a Milano, in Corso Italia 47. Aldo Sergio presenta due nuove serie di lavori, intitolate Ode To Zero e At Last, iniziate nel 2020 e naturali evoluzioni di una ricerca artistica durata oltre dieci anni, caratterizzata da una pittura di precisione, lenta e meditativa. Ode To Zero è una riflessione sugli inizi e, al contempo, sull’impossibilità della staticità del pensiero umano. In questi lavori, tavoli di legno, alcuni austeri e torniti come se ne trovano in tante sacrestie, altri semplici e funzionali come i mobili d’antiquariato delle case dei nonni, sono delicatamente nascosti da una serie di tovaglie bianche, morbide e solenni, dai riflessi delicati. In assenza di altri oggetti e per lo più privi di riferimenti spaziali, i tavoli e le loro rispettive tovaglie, protagonisti solitari e silenziosi dei lavori, si vestono di un’aura totemica, carica di simbolismo. Le tovaglie sono per Sergio un oggetto di grande complessità: il virtuosismo tecnico richiesto per la realizzazione dei loro dettagli, dalle pieghe ai merletti, è secondo solo a quello metaforico. Basta infatti la loro semplice presenza per costringere lo spettatore a interrogarsi su tutto ciò che invece è assente, e a immaginarsi le infinite possibilità di momenti che potrebbero consumarsi su quelle stesse superfici bianche.
Se in Ode To Zero Sergio opera di sottrazione al fine di svelare una pittura di grande complessità, essa viene ridotta al grado zero nella serie At last. In questo corpo di lavori, oggetti e momenti della quotidianità, in parte legati a memorie dell’artista e in parte recuperati da immagini prese dal web, vengono riprodotti sulla tela desaturandone i colori e appiattendone i contrasti, fino a renderli il più possibile vicini al bianco.
Attratto dal fenomeno dell’optografia, che è il processo di recupero dell’ultima immagine registrata dall’occhio prima della morte, At Last diviene dunque una riflessione sulla fine: Sergio riproduce sulla tela l’oggetto prima che scivoli via dalla sua memoria, o prima che si perda nuovamente tra le pagine del web, avvolto da una luce calda, totalizzante, come sembra essere la vista dell’uomo al suo ultimo istante di attività. Le opere della serie At Last sono il risultato di un lungo e lento lavoro di creazione, che prevede per ciascuna tonalità di colore un attento dosaggio al fine di rendere l’immagine visibile, ma solo dopo averla messa a fuoco, e solo per un attimo. Un’immagine viva e sfuggente, difficile da catturare, proprio come è difficile guardare dritto, negli occhi, un coniglio.