“Avvenimento #2 Ho amato un sogno” Collezione Peggy Guggenheim / Venezia

15 Settembre 2024
Danila Gambettola in collaborazione con Ulisse Schiavo, Cu*mmia*1. Courtesy Collezione Peggy Guggenheim, Venezia.

 

A conclusione del programma di attività educative organizzate in occasione della mostra “Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere”, il museo presenta un evento serale di arti performative intitolato “Avvenimento #2 Ho amato un sogno?”

 

A settembre 2023 la Collezione Peggy Guggenheim ha presentato la prima edizione di “Avvenimento”, un evento serale che ha trasformato il museo in un luogo di contaminazione tra discipline diverse, dalla performance alla danza, dalla musica all’installazione. Anche quest’anno, il 15 settembre 2024, Palazzo Venier dei Leoni si apre alla scena artistica emergente con “Avvenimento #2” per interpretare e attualizzare il desiderio di Peggy Guggenheim di creare un “laboratorio di ricerca per nuove idee … servendo il futuro invece di registrare il passato”.

 

Negli ultimi anni della sua carriera Jean Cocteau si trova sempre più di frequente a scrivere ripetutamente e in maniera quasi ossessiva: “Ho amato un sogno?”. Attorno a quest’espressione ruota Avvenimento #2: una frase che viene scelta tanto per la sua ambiguità, quanto per essere indicativa delle ossessioni che accompagnano l’artista durante la sua intera esistenza. Da una parte, la tormentata dimensione dell’erotico e della sessualità che Cocteau indaga con diversi media, facendo costantemente convergere vita privata e finzione; dall’altra, l’onirico, il fantastico e l’invisibile spesso incarnati nello specchio, un portale per altri mondi che pervade la sua produzione artistica.

 

L’artista-giocoliere realizza, nel corso della vita, opere che abitano l’ambiente della rêverie, dove i margini tra autobiografia e racconto immaginario si inseguono vicendevolmente. Allo stesso modo, con Avvenimento #2, il museo accoglie un gruppo di artistɜ all’incessante ricerca di qualcosa che resta tuttavia inafferrabile: una legittimazione di esistere, un poeta queer che viene dall’aldilà, una casa, un ricordo, un amore, un’utopia collettiva. In un ambiente sospeso di tensione trasfigurativa, dato dall’intervento ambientale di Cosimo Ferrigolo, l’atmosfera rifrange il segno delle arti performative diventando il comune denominatore di questa ricerca, che si attiva e si rigenera attraverso una pratica artistica effimera. Resta l’incomodo di scegliere se ciò che si guarda sia vita o fantasia, esperienza o desiderio, realtà o sogno; oppure tutte queste cose insieme, quasi fossero, come nota Cocteau, “una menzogna che dice sempre la verità”.

 

Organizzato dalla Collezione Peggy Guggenheim
A cura di Edoardo Lazzari
Direzione tecnica e allestimento di Cosimo Ferrigolo in collaborazione con Giulio Polloniato (suono) e Andrea Sanson (luci)

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