UNA e CASTIGLIONI annunciano il nuovo spazio espositivo a Milano

10 Marzo 2025

UNA e CASTIGLIONI sono felici di annunciare l’apertura del nuovo spazio espositivo di via Lazzaro Palazzi 3 a Milano. Per la mostra inaugurale, UNA presenta Valentina Furian (*1989, Venezia) con il video Eclissi e una serie di disegni su gelatina trasparente. Castiglioni presenta Alessandro Carano (*1984, Gallarate, Varese) con una nuova serie di opere pittoriche.

A partire da questa apertura condivisa, UNA e Castiglioni si alterneranno nello spazio, con una mostra ciascuna a rotazione, dando vita a un dialogo continuo tra pratiche e ricerche artistiche. Valentina Furian lavora principalmente con immagini in movimento e installazioni time-based, utilizzando il video, la performance e la fotografia per indagare il rapporto tra realtà e finzione. La sua ricerca nasce dalla relazione tra essere umano ed essere naturale, ricercando il valore del selvaggio nella vita di tutti i giorni e indagando l’addomesticamento animale e umano come forma di potere. In Eclissi, due occhi pietrificati fissano lo spettatore, immobili, senza mai battere le palpebre. Come sentinelle, restano vigili, in un eterno stato di allerta. Proseguendo la sua ricerca sul rapporto tra notte e giorno, sulla dinamica tra predatore e preda e sulla dicotomia buio-luce, l’artista ha filmato gli occhi della Medusa di Canova, conservata al Museo Gipsoteca di Possagno, attraverso un filtro ottico rosso. Questa tonalità, utilizzata in alcuni visori notturni, aiuta l’occhio umano ad adattarsi ai bruschi cambi di luminosità, passando dal buio più profondo alla luce accecante e viceversa. Per l’occasione, i video saranno accompagnati da una serie di disegni su gelatina colorata, eseguiti ad occhi chiusi da Valentina. Queste tracce sonnambule delineano figure equine e canine spezzate, in dissolvenza fino a diventare segni.

La pratica artistica di Alessandro Carano è caratterizzata da un profondo interesse per il concetto stesso di pittura, spostando l’attenzione dal puro tecnicismo a un’esplorazione del significato di dipingere e di cosa sia la pittura. Partendo dalle possibilità offerte dai supporti, Alessandro indaga un modo di dipingere che non richiede necessariamente il pennello, ma che, attraverso la composizione di geometrie e colori, trova nelle tracce e negli indizi propri di ogni materiale la forma “pittorica” del supporto, facendola emergere grazie allo sguardo attento dell’osservatore. Si parla di pittura osservando tele in iuta dipinte (nel senso classico del termine), in cui l’artista esalta le forme e mette in risalto le peculiarità della tela attraverso un intreccio di pennellate che seguono la trama del tessuto, svelandone i movimenti nascosti. Oppure si parla di pittura guardando una composizione di punti di colore — singoli pixel di plastica, i Quercetti — che, da puzzle per bambini, si trasformano in superfici plastiche e pittoriche, capaci di dialogare non solo con gli altri lavori di Alessandro, ma anche con l’idea stessa di pittura.

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