Cara Carla,
Ti mando dei pensieri sparsi.
La mostra parla di un’assenza osservata.
La scultura lascia il pavimento e si attacca alle pareti. Uno spazio dove echeggia una crisi della materia. Qui, si emancipa da osservata a osservatrice.
Testimone silente di chi passa nello spazio.
Mi chiedo se qualche animale può sentire i suoni del martello di Jadran che fora il ferro caldo. Sono convinta che quel suono sia rimasto intrappolato nella forma.
Stabat. Stava la mostra precedente, stava la voce di Vittoria Totale, stava il passante. Forse si sente ancora la scia di profumo di chi poco prima osservava le forme a muro.
Stava piena di persone proprio ieri, è vuota o piena mentre leggi questo testo?
Immutabili come spaventapasseri le teste sono lì. Io non so se osservano, godono, giudicano o sono nell’attesa di essere di nuovo fuse.
A parete, diventano corpi, e mi sorprendono.
Manca un’opera in questa mostra, chissà se c’è mai stata?
Al suo posto ci siamo noi.
Lulù Nuti