SAGG Napoli “Early is on time, on time is late, and late is unacceptable, but yet ’m scord’ ’e te scurdà” zaza’ / Milano di

di 7 Novembre 2025

“Early is on time, on time is late, and late is unacceptable, but yet ‘m scord’ ’e te scurdà” suona come il titolo di una canzone neomelodica napoletana. Il code-switching tra napoletano e inglese, frequente nei testi neomelodici contemporanei, è una caratteristica linguistica che ricorre spesso anche nelle opere di SAGG NAPOLI, segno di una identità sospesa tra un forte senso di appartenenza e uno spinto internazionalismo.

Per la sua prima personale a Milano, l’artista ci accoglie negli spazi della galleria zazà, allestita per l’occasione — o meglio, arredata — come un ambiente domestico.
«Per me l’architettura neomelodica è un’architettura emotiva, nella quale ci si incontra per raccontarsi gli inciuci», afferma SAGG, che ha idealmente trasformato l’anonimo basement di una palazzina milanese nella sua personale, e più divertente reinterpretazione di un interno napoletano.
Un espediente che le serve per creare un safe space nel quale condividere con il pubblico, gli amici e i conoscenti il frutto degli ultimi anni di terapia e di allenamento — esercizi mentali e fisici  — che l’hanno aiutata a superare quello che lei stessa definisce la “grande nebbia” e che ha saputo far confluire sapientemente nella sua pratica artistica.

Ad accoglierci sono due statue in resina che raffigurano un animale dalla forte carica simbolica. Non si tratta di tigri o leoni placcati in finto oro, come da tradizione nello stile neobarocco pop vernacolare, bensì di Vita e Vito, i due gatti neri che l’artista ha recentemente adottato e che considera il suo più grande trofeo.
Imponenti come due maestose sfingi, le due gatte-streghe, simbolo di forza interiore e mistero, siedono abbracciate su un’altalena sospesa, vigilando sugli appunti che hanno accompagnato l’artista nel suo percorso di cura e che oggi sono finalmente rivelati al pubblico.

A metà tra le profezie di un antico oracolo e i suggerimenti di un vocal coach trovati online, le frasi sono stampate su un enorme fondale a terra, la copia della copia di un tappeto d’ispirazione neoclassica e tardo barocca, tipica di una estetica kitsch che non teme l’eccesso.

Al centro della stanza, in mostra, non c’è più il corpo — messo alla prova attraverso la performance o esposto mediante l’autorappresentazione fotografica — ma ci sono le fragilità e le emozioni, perché, in fondo, è proprio di questo che parla la canzone napoletana.
«Ho fatto un lavoro di astrazione» — commenta — «ho tolto me stessa e ho proiettato il mio alter ego, o meglio, i miei due alter ego, perché sono una grande fan delle contraddizioni».
SAGG confessa di soffrire di disturbo bipolare e di sentirsi spesso divisa tra impulsi profondamente razionali e altri fortemente emotivi, un po’ come i due caratteri opposti di Vita e Vito, ma anche come le due voci interiori in Ragione e Sentimento di Maria Nazionale.
Queste polarità vengono qui restituite come un dispositivo di autoanalisi per provare a tenere quiete le cattive tentazioni, soprattutto quelle affettive, quando si tratta di dover “combattere” il malessere*.

Long term benefits outweigh short term costs

Short-term relif, long-term damage.
Positive addictions are compelling practices that expand life
Negative addictions are compulsive escapes that narrow life and cause harm

Ora tocca al pubblico assimilare i consigli della nuova poetessa contemporanea, recitando in mente — o insieme — le sue spoken words.
Per leggerle, occorre girare intorno all’installazione, avvicinandosi più e più volte, come in una spirale che ti risucchia nel suo vortice o in un rito collettivo che, attraverso la ripetizione e la spettacolarizzazione del gesto, esorcizza un dolore, rende visibile ciò che non lo è e lo converte in ornamento.

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Lorenzo Xiques López