“Tutte le identità non sono che simulate, prodotte come un effetto ottico, attraverso un gioco più profondo che è quello della differenza e della ripetizione”. Parte da questo assunto lo scritto di Gilles Deleuze del 1968 cui si ispira la collettiva curata da Gigiotto Del Vecchio, allestita nella sede napoletana della Galleria Lia Rumma.
Come prova il grande filosofo francese, i cinque artisti chiamati a raccolta — Natalie Czech, Jan Peter Hammer, Rob Johannesma, Hendrik Krawen, Alek O. — si confrontano, fra eterni ritorni e continui rimandi, con segni e produzioni altrui, reinterpretati ogni volta dalla loro personale cifra. Mentre la tedesca Natalie Czech strizza l’occhio alla poesia visiva con i suoi cinque piccoli bouquet dedicati ad altrettanti artisti, poeti e scrittori nonché il poema originale ispirato a Frank O’Hara e alla sua produzione anni Cinquanta; nel lavoro di Alek O., originaria di Buenos Aires e attualmente a Londra, il materiale scultoreo ha un ruolo da protagonista in virtù della sua “biografia” legata a chi lo ha usato o posseduto: è il caso della “similar collection”, con i sei stampi per budino su tavolo, ispirata ad Achille Castiglioni, dei preziosi ricami su stoffa come degli origami o rompicapo cinesi a forma di uccello. Concettuale e di matrice poetica il video Il banchiere anarchico firmato dal tedesco Jan Peter Hammer, un’opera che, sulla scia dell’omonima novella del 1922 del poeta portoghese Fernando Pessoa, propone attraverso la fiction una lettura dell’attualità e una riflessione sulle strutture e sovrastrutture riconducibili al potere politico, economico e finanziario.
Pittura fiamminga su carta stampata nel lavoro dell’olandese Rob Johannesma, che nei suoi grandi collage fotografici riunisce contenuti legati all’informazione nonché ragionamenti che analizzano, su più livelli, le strutture e le diverse profondità dell’immagine e del suo significato mediatico.
Attinge maggiormente al simbolismo, invece, la ricerca di Hendrik Krawen, originario di Lubecca, che nelle sue opere fonde dimensione grafica e realtà. Il suo, attraverso stilizzate silhouette immerse in paesaggi metropolitani, è tutto un guardare ai segni e alle architetture che gli occhi incontrano quotidianamente, ma anche alla musica e al graphic design.