Douglas Gordon, vincitore del Turner Prize nel ’96, del Premio 2000 della Biennale di Venezia nel ’97, dell’Hugo Boss Prize nel ’98 è alla sua prima personale in un museo italiano al mart di Rovereto, a cura di Mirta D’Argenzio e Giorgio Verzotti. Molte operazioni artistiche di Gordon sembrano avere come matrice l’arte concettuale, ma se ne distaccano perché sono sempre legate al contesto spaziale e relazionale. Lavora sull’immagine cinematografica: nel ’93 dilata nell’arco di una giornata un capolavoro di Hitchcock fino a ottenere, attraverso l’alterazione del tempo, un’altra opera, 24 Hours Psycho; nel ’99 separa fotogrammi pari e dispari di un film di Preminger e li proietta in un dittico con un minimo scarto temporale tra le due sequenze; nello stesso anno realizza un video con la famosa sequenza di De Niro allo specchio in Taxi Driver, lavori basati su divisione e moltiplicazione dello schermo. Nota Verzotti che “il contesto a cui il suo lavoro si riferisce è a un tempo reale e fictional, o per lo meno parla del reale in termini talmente simili a quelli della finzione”. Il tempo della fiction ha infatti invaso il tempo della realtà fino a modificare l’immaginario collettivo. Oltre al cinema, lo sport è l’altro grande mito corale con cui Gordon si confronta: “We Are Evil” ha scritto sul soffitto della Serpentine Gallery a Londra, un’affermazione provocatoria sul piano sociale e culturale tratta dallo striscione di un gruppo ultras dello stadio. Gordon è appassionato di calcio, giocava come attaccante, ha dovuto smettere per un incidente alla schiena. Recentemente ha realizzato Zidane: a 21st Century Portrait con Philippe Parreno. Il film in 35mm, con la colonna sonora dei Mogwai, è stato da poco presentato a Torino dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Gli artisti si sono ispirati ai ritratti di principi e condottieri di Goya, Velázquez, El Greco al Prado e hanno creato una versione attuale del ritratto riprendendo l’aspetto psicologico di Zidane, la fatica del campo. I calciatori sono eroi dei nostri tempi e Zidane è un mito che, al contrario di Ronaldo o Beckham, esiste solo in campo e solo nei tempi di gioco. Gli artisti, con l’intento di andare oltre il Pasolini di Teorema, hanno seguito e inquadrato solo lui in Real Madrid-Villarreal. Play Dead; Real Time (2003) ci mostra un elefante ammaestrato che “fa il morto” ripreso da una videocamera in continua rotazione e proiettato su due grandi doppi schermi e un monitor posato a terra. Mentre lo spettatore è avvolto nello spazio, il pesante animale sembra levitare. Al mart Gordon realizza appositamente anche un’opera nel doppio corridoio circolare che collega il mezzanino con il secondo piano. L’opera è ispirata all’idea architettonica del panopticon, una struttura dove si può continuamente essere osservati e controllati e perciò usata soprattutto in prigioni, manicomi, collegi. “Quando ho visitato il museo ho visto qualcosa di molto familiare: il giro a trecentosessanta gradi. Ho studiato a Londra all’University College fondato dal filosofo Jeremy Bentham, l’inventore del panopticon — dice Gordon —, ho pensato che quello era uno spazio che non piaceva a nessuno usare e quindi era perfetto per me. È come un labirinto aperto, non sai mai dove sei, ma sai che ci sei”. Le frasi scritte in diversi caratteri e colori sulle pareti di questo anello che affaccia sulla grande rotonda, atrio e piazza al tempo stesso, sono già state usate in altri lavori di Gordon. Si tratta di proverbi modificati, modi di dire che “sono nell’aria”, frasi di uso comune già sentite o che si sarebbero potute ascoltare prima: “Niente sarà più come prima”, “Cosa ho mai fatto” o la frase del Vangelo “In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso” dove, con il semplice spostamento di una virgola, crea uno slittamento del senso, una ripetizione differente. Le proposizioni, alcune delle quali appaiono al rovescio, sono per la prima volta tradotte in italiano. “È come una radio dove trovare la frequenza” dice l’artista. La pratica del wall text, tipica dell’arte concettuale, viene completamente trasformata e resa inedita dalla reale esperienza dello spazio, interno ed esterno, che facciamo nel nostro percorso tra le parole.
7 Luglio 2017, 3:17 pm CET
Douglas Gordon di Laura Cherubini
di Laura Cherubini 7 Luglio 2017Mart, Trento e Rovereto (TN).
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